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Prologo
La piccola e apparentemente delicata mano scivolò tra le lenzuola setate, come una piccola talpa che sa dove cercare anche se cieca. Scivolò delicata e silenziosa, tra le pieghe del letto disfatto non solo dai sogni della lunga notte. Cercò ancora, ma non trovò ciò che si aspettava.
Françoise aprì gli occhi e con stupore si accorse di essere sola. Guardò la sveglia, erano appena le 7, guardò la finestra, la luce filtrava dagli spiragli, doveva essere una bellissima giornata di sole.
Si stiracchiò un po' aspettando che Joe tornasse, ma dopo 10/15 minuti di attesa era ancora sola nella sua stanza. Cercò di sentire dove fosse, ma le arrivavano solo dei rumori confusi, qualcuno tagliava qualcosa con la sega, forse della legna, forse era Geronimo... qualcun'altro, forse Chang, era in cucina. Ma nessuno parlava. Un po' più distante sentì una radio suonare. Forse era Jet, ma dove? Non nella sua stanza. Si alzò dal letto e si fece una doccia tenendo sotto controllo la situazione esterna. Ma tutto quello strano silenzio la inquietò non poco.
Spalancò le finestre e in lontananza vide Geronimo che lavorava con delle assi di legno. "Che strano!" pensò "Chissà cosa sta facendo!" Vide Bretagna e Punma attraversare il cortile con sacchi della spesa molto pieni "Mah... è strano che non mi abbiano interpellata... è tutto molto strano!" pensò ancora.
Scese le scale, con l'occhio vigile e l'orecchio attento, ma non riuscì a carpire nulla da tutto quel mistero.
In cucina Chang si affrettò a nascondere qualcosa mentre lei stava arrivando, con la complicità di Bretagna e Punma.
"Buongiorno ragazzi!" li salutò.
"Buongiorno a te!" risposero loro.
"Posso farmi un caffè?" chiese.
"Oh... ma è già pronto Chery, accomodati, te lo serviremo subito!" le rispose Chang.
Bretagna glielo servì da perfetto cavaliere, mentre Punma e Chang si scambiarono qualche gesto che lei non riuscì a decifrare. Le sembrava che parlassero tutti in codice e non ne capiva il motivo.
"Vi siete svegliati molto presto oggi, sapete dov'è Joe?" chiese ancora.
"E' uscito, doveva fare delle compere per Gilmour!" rispose Punma.
"Strano, ieri sera non me ne ha parlato!"
"Oh, beh si vede che s'è dimenticato!" disse Bretagna.
"Humm.. dimenticato... forse...!" rispose lei poco convinta sentendo il rumore dell'auto di Joe varcare la cancellata della villa.
"Beh... grazie per il caffè, ora torno nella mia stanza, a dopo!" si alzò dalla sedia leggera come una farfalla e si diresse subito alle scale, fece in tempo a sentire la porta della sua stanza chiudersi, accellerò il passo, aprì la porta, ma Joe non c'era.
L'attenzione si spostò su tre scatole bianche infiocchettate poste sul letto e una lettera su di esse.
Il cuore le battè forte, qual'era il motivo per un gesto simile?
Chiuse la porta dietro di se e aprì la busta da lettera, ne estrasse un biglietto d'invito, lo lesse:
"Joe Shimamura e Françoise Arnoud sono lieti di annunciare le loro nozze in
data 28 Settembre, presso il patio di rose bianche, ore 16 in punto, siete tutti invitati!"
Il cuore non era intenzionato a rallentare il suo battito. Le mani le tremavano, quasi non riusciva a stare in piedi.
"Oh, mon die.... ma cosa si è messo in testa? Oh, mon Dieux, mi verrà un infarto... Oh mon Dieaux, ma il 28 Settembre è OGGI!!! Ma è impazzito? Come farò? Non ho uno straccio di abito, non ho il bouquet... e poi dov'è questo patio di rose bianche?" Un dubbio le balenò in testa. Si alzò in fretta dal letto e riaprì la finestra. Vide Geronimo innalzare un bellissimo patio e Jet intorcinarci diverse rose bianche rampicanti ad ogni paletto.
"Sono impazziti tutti! Mon die, sono impazziti tutti... devo parlare con Joe... ah no, non deve vedermi prima delle nozze.. ma che sto dicendo? Oh mon die... ma perché non me l'ha detto? Sono le 10, ho solo 6 ore... come farò?"
Mentre passeggiava su è giù per la stanza in preda al panico si ricordò dei pacchi disposti sul letto. Aprì la prima scatola, la più grande, vi trovò un bellissimo abito color avorio, di seta e chiffon, lo provò, sembrava una principessa. L'abito scendeva dritto in vita, non era di quelli fastosi che fanno sembrare delle grosse torte, ma delicato. Le disegnava le forme senza troppo osare sui particolari. Era perfetto per lei. Nella stessa scatola trovò i guanti e una sciarpa di seta da abbinare all'abito.
Aprì la seconda scatola con la curiosità di una bambina e vi trovò le scarpe. Nella terza un bellissimo Bouquet di rose bianche e qualche rosellina per l'acconciatura.
Piangeva, ma non se ne accorse subito. La commozione era troppo forte. Joe aveva pensato a tutto. Si sentiva davvero come una principessa.
"Toc Toc" bussarono alla porta.
"Si?" non riusciva a controllare le sue emozioni e nemmeno più a controllare l'esterno.
"Françoise, sono Anne, posso entrare?" (FF: Un lungo Addio, Ndr)
Françoise corse ad aprire incredula e abbracciò a lungo la sua amica.
"Che stupenda sorpresa, Anne!" era un'esplosione di gioia, piangeva, rideva, non capiva se fosse tutto un sogno o la realtà.
"Sono venuta a darti una mano, non potevo mancare in un giorno così importante!" rientrarono nella stanza.
Françoise non si accorse che Joe era nascosto nel corridoio e con aria soddisfatta e felice aveva visto tutto.
"Anne, ma tu da quanto lo sai? Te l'ha detto Joe? Io non ci sto capendo nulla... ti giuro, proprio nulla!"
"Joe mi ha chiamata una settimana fa, aveva già prenotato il volo e ha chiesto di non rivelarti la sorpresa!"
"E' pazzo!"
"E' un pazzo innamorato!"
"Ti è venuto a prendere lui all'aeroporto?"
"No, è venuto Albert, a proposito non me lo ricordavo mica così carino!"
Françoise rise poi guardò la sveglia sul comodino, quasi le 11, il tempo correva e lei doveva ancora far tutto. "Non ce la farò mai per le 16!"
"La sposa si fa sempre aspettare! Dai su, corri a farti una doccia, ti trucco e pettino io. Vedrai che sarai pronta in un attimo!" Françoise non se lo fece ripetere due volte e corse a prepararsi.
In un attimo Anne la truccò con un velo di cipria, fard e un po' di ombretto delicato. La sua bellezza non aveva certo bisogno di grandi ritocchi. Le avvolse i capelli in un bellissimo chignon e qua e là vi pose le roselline bianche. Françoise non si era mai visto così bella. Brillava di luce propria.
Indossò il vestito. Le sembrava tutto solo un sogno meraviglioso.
"Hai qualche collana di perle?" la risvegliò Anne.
"Oh, si... forse... non lo so... non ci sto capendo nulla, Anne... cerca tu in quel portagioie sul comodino" disse continuando ad ammirarsi.
"Toc...toc..." di nuovo qualcuno bussò alla porta.
"Chi è?" chiese Anne vedendo che Françoise non era lì con la testa in quel momento.
"Sono Albert, posso?"
"Può? Françoise? Pronto? ci sei? Madre terra chiama Base... Françoise?"
"Eh? Chi? Albert? Certo che può!" si avviò verso la porta aprendola.
"Wow, sei uno splendore!" disse lui entrando.
"Albert... ti prego non farmi piangere... sono un vulcano pronto ad esplodere!"
"No, no, non vorrai mica rovinarti il trucco. ti faccio il solletico?"
Sorrise in tutta la sua bellezza.
"Senti... io ti ho portato una cosa... è solo un pensierino... ma volevo che avessi qualcosa che ti ricordasse di me e di questo giorno!"
"Perché ti ostini a farmi piangere?"
Albert le porse un cofanetto bianco che lei aprì subito. Dentro vi trovò una parure composta da un filo di piccole e preziosissime perle, gli orecchini e il bracciale. Françoise era sul punto di svenire. Lui le vide le mani tremanti, faceva tenerezza.
"Albert... non ho parole, davvero... tutto questo per me... io.."
"Shhh..... io ora vado a prepararmi, solo per te mi vesto elegante sai?"
"Grazie, ti voglio bene!" si abbracciarono "Te ne voglio anche io! Ciao Anne, ci vediamo dopo!" salutò uscendo, oltre la porta lo fermò Joe "Come le sta? Il vestito, come le sta?"
"E' uno splendore Joe, ma ti tocca soffrire ancora qualche ora!"
Joe sorrise compiaciuto.
"Ma ti vuoi andare a preparare tu? Vuoi che arrivi prima la sposa dello sposo?" li interruppe Jet.
"Ora vado, ora vado, giù è tutto pronto?"
"Si! Chang, Punma e Bretagna hanno finito la torta e allestito tutto il banchetto, Geronimo ha rifinito il Patio, Gilmour è pronto e anche Ivan.
Presto arriveranno anche gli altri!"
"Perfetto! Deve essere tutto perfetto!"
"Lo è! Ora vai a prepararti! E anche tu Albert!"
"Agli ordini!"
Anne vide dalla finestra Punma e Geronimo disporre file di sedie sul prato
appena tosato. Françoise si avvicinò per guardare, ma prontamente la distrasse "Non vorrai mica rovinarti così la sorpresa!"
"Oh, andiamo più sorpresa di tutto questo?"
"No, no, si fa! Fatti guardare.... Eh, si... Sei perfetta, direi che non manca proprio nulla."
"Anne... ho una paura!!!"
"Hai paura? Ma di cosa?"
"Tutto così in fretta, oh mon Dieux, fermate il mondo voglio scendere!" disse sedendosi sul letto.
"Ehi! Quanto hai aspettato questo momento?" Anne le si sedette accanto.
"Una vita!"
"E allora che sono queste paure?"
"Non ho nemmeno avuto il tempo di pensarci, di abituarmi all'idea. Ha fatto tutto lui... sono così confusa!"
"Va bene, allora che facciamo? Usciamo di nascosto dal retro e scappiamo via? Vado a preparare la macchina?"
Françoise la guardò stupita "Che dici?"
"Vuoi fuggire?"
"No!"
"Lo immaginavo, quindi zitta e fatti passare le paure! Ti vado a preparare una camomilla?"
"Mi ci vorrebbe molto di più!" sorrise.
"Una botta in testa?"
"Ecco, forse, se non si rovinasse l'acconciatura!" risero entrambe "Anne, grazie!"
"E di cosa?" ammiccò l'amica.
"Di essere qui!"
"Devi ringraziare qualcun'altro"
"Lo farò... non sai quanto vorrei abbracciarlo!"
"L'attesa sarà ripagata!" l'abbracciò.
"Non abbiamo nemmeno fatto un addio al celibato? Ti pare giusto? Una bella spogliarellista che esce dalla torta... niente!"
"Bretagna quando la finirai di dire stupidaggini?"
"Uff... voi non avete il gusto per le tradizioni!"
"E tu non sai cosa sia la decenza!" scherzò Chang "Piuttosto, mi vuoi dare le miniature degli sposi da mettere sulla torta?"
"Ecco! Ecco!" gliele porse.
"Oh, mamma mia, lo sapevo che non sei buono a far nulla, guarda queste miniature, lei è mora e lui rosso, ma ti sembra possibile?"
"Quante storie basta colorare un po' i capelli!"
"Sei veramente incorreggibile!" sbuffò il piccolo cinese.
"Fortuna che ci sono io!" disse entrando Punma in cucina "Ecco! Queste assomigliano molto di più agli sposi, vero Chang?"
"Ahhh... Punma, grazie al cielo, se non ci fossi tu!"
"Le mie erano più originali!"
"Chiudi il becco tu, sei capace solo a far casino!"
"Ce l'avete sempre con me, non mi capite, il povero genio incompreso!"
"Tu sei solo un buffone e ti comprendiamo anche troppo!" lo schernì Chang.
"Oh, povero me, anima disperata e sola!"
"Ecco ci manca solo che riattacchi a recitare la solita parte!"
"Se mi travestissi da Joe e facessi uno scherzo a Françoise?"
"Certo, come no, se vuoi morire oggi, accomodati pure!"
"Eh... va beh, giusto perché Joe non ha il senso dell'umorismo!" sbuffò.
"Perfetto, la torta è pronta, che ve ne pare?"
"Chang esteriormente è stupenda, interiormente te lo dirò fra qualche ora!"
"Grazie Punma!"
"Se vuoi faccio da cavia e assaggiò subito!" disse Bretagna con l'acquolina in bocca.
"Tu provaci, ti ritroveranno impiccato al patio e ti assicuro che si continuerà a far festa!"
"Come siete poco spiritosi! Vado a cambiarmi!"
"Meglio!"
"Ohh... Ecco qua. Il patio è ben fissato e sicuro!" disse Geronimo battendo sulle robuste assi.
"Se non cade sotto i tuoi colpi, nemmeno un terremoto può riuscirci!" disse Albert avvicinandosi!
"Ehi, che splendore, sei invitato ad un matrimonio per caso?"
"Mi è giunta voce!" risero poi Albert aggiunse "Ma tu non vai a cambiarti?"
"Eh , si, dovrei! Corro!"
"Si, sbrigati che manca solo un'ora!" il gigante buono si avviò verso la sua stanza.
Albert vide in lontananza le aiuto degli invitati arrivare e si apprestò a farli accomodare.
"Lo voglio, lo voglio...lo voglio...lo voglio..."
"Cosa c'è? Hai paura di dimenticartelo, Joe?"
"Jet, che colpo, perché non bussi entrando?"
"Ho bussato, ma il matrimonio ti ha già reso sordo, fortuna che lei ci sente bene!" risero.
"Come mi calmo?"
"Una scazzottata tra amici sarebbe utile, ma poi come lo spieghiamo l'occhio nero che ti farei di sicuro?"
"Umpf... manca mezz'ora da almeno 3 ore!"
"Dai che ci siamo, scendiamo giù, ormai gli invitati sono arrivati, Françoise è pronta!"
"C'è proprio tutto? Non scordiamo nulla?"
"No, rilassati, Ivan vestito da paggetto è uno spettacolo!"
"Ah, Ah, ah, mi odierà per questo!"
"Sicuro!... E io lo aiuterò a vendicarsi, ma ora, andiamo!"
Si fecero strada lungo il corridoio, scesero le scale, Joe era emozionatissimo, ma anche Jet non scherzava.
Toc Toc
"Chi è?" chiese Françoise.
"Sono Gilmour, mia cara, posso?"
"Certo!"
Gilmour entrò nella stanza della ragazza, fu abbagliato da tanta bellezza.
"Figliola, sei uno splendore."
"Grazie!"
Anne capì che era il momento di lasciarli soli "Beh, io credo sia meglio che scenda, ci vediamo al Patio!" disse uscendo dalla stanza.
"Tocca a me accompagnarti all'altare!"
"Come? Ma non è lei che deve presenziare alla cerimonia?" chiese stupita.
"No!"
"E chi?"
"Lo vedrai!"
Scesero lentamente le scale, l'emozione era palpabile.
Geronimo fece cenno che stavano scendendo e tutti presero i loro posti, in lontananza Françoise sentì un pianoforte suonare la marcia nuziale. "Ma chi è che suona così bene?" chiese.
Sono sicuro che la riconoscerai.
"Ma è Kaori!" (FF: Mine Vaganti, Ndr)
"Joe, sapendo che vi scrivete spesso, ha voluto invitarla, io mi sono permesso d'invitare anche tutta la famiglia!"
"Ha fatto benissimo!" le brillarono gli occhi.
Quando comparvero nel cortile Joe fu abbagliato dalla sua bellezza che quasi non resse il colpo.
"Ehi, amico non vorrai svenirmi ora, vero?"
"Jet, tu sei testimone, se svengo dillo tu che lo voglio!" l'amico rise.
Françoise vide che i testimoni di nozze erano Anne e Jet, nemmeno sognandolo l'avrebbe immaginato così perfetto il suo matrimonio.
Arrivata all'altare Gilmour la lasciò dandole un bacio sulla guancia e si sedette al suo posto.
Françoise rivolse un sorriso pieno d'amore e di gratitudine al suo futuro sposo, nei suoi occhi poteva leggersi tutta la felicità che stava provando, si girò per vedere chi li avrebbe sposati.
"Signorina Arnoud, mi presento, il mio nome è Padre Kentai, non mi conosce, ma io so molto di lei."
"Molto lieta!" Françoise si ricordò che Joe le aveva parlato di Padre Kentai, quando era all'orfanotrofio era l'unico con cui lui si confidasse.
Si chiese quando Joe l'avesse rincontrato, sorrise pensando che aveva realizzato anche i suoi desideri oltre che quelli di lei.
La cerimonia procedette, ma Joe e Françoise erano su un altro pianeta in quel momento, uniti per la mano e nei pensieri.
"Joe, vuoi tu prendere la qui presente Françoise, per amarla e rispettarla finché morte non vi separi?" silenzio "Joe... sveglia... devo davvero dirlo io che lo vuoi?"
"Ah... si, sì, lo voglio, più di ogni altra cosa!"
"E tu! Françoise vuoi prendere il qui presente Joe per amarlo e rispettarlo finché morte non vi separi?"
"Lo voglio!" rispose lei sorridendo senza smettere di guardare gli occhi di Joe.
"Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre!"
Chang e Geronimo tapparono la bocca di Bretagna. Ci fu una risata generale.
Ivan entrò svolazzando vestito con un mini Frac bianco, in mano aveva un cuscino rosso con sopra due piccole fedi in oro bianco.
"Scambiatevi le fedi!" ordinò il frate mentre Albert scattava foto su foto.
"E ora vi dichiaro..." sospirone generale "marito e moglie!" applausone generale mentre Joe corse a baciare la sua neo mogliettina.
"Humm... veramente dovrei dirlo io che puoi baciare la sposa!"
"Ah... scusi... Posso?"
"Di nuovo, Joe?"
Risero tutti
"Va beh va, puoi RIbaciare la sposa!"
Joe la baciò nuovamente e la strinse così forte da farle mancare il respiro.
"Grazie" riuscì lei solo a sussurrargli.
"Joe se continui così diventi vedovo, falla respirare!" scherzò Jet.
Nel frattempo Kaori ricominciò a suonare la marcia nuziale. Geronimo accese le grandi luci del prato e Françoise vide un grande e abbondante banchetto di nozze, tutto decorato con rose bianche. Presto si spostarono tutti lì.
C'era tanta musica, chi ballava e chi rideva.
Françoise riconobbe anche Yumi e Kinnosuke tra gli invitati (FF: Rinascere dalle ceneri di un vulcano, Ndr).
Tutti correvano a congratularsi con i neo sposi.
Jet la strappò a Joe con la scusa di un ballo.
"Stellina" le disse "Ce l'avete fatta finalmente!"
"Jet, io ancora non ci credo!"
"Stai tranquilla è tutto vero, perfino il prete!"
"Ma che avete fatto a Joe? L'avete drogato? Che gli è preso?"
"Sai... quando uno finalmente comprende il valore di ciò che ha e ciò che è. E' cambiato, Françoise, grazie a te. Non l'ho mai visto così felice!"
"E io sono felice che sia tu il nostro testimone!"
"Ho accettato solo perché così se impazzisce di nuovo, sono autorizzato a picchiarlo!" risero.
"Posso ballare con mia moglie adesso?" bussò Joe alla spalla di Jet.
"E ti pareva che non faceva il geloso! Uff... te l'ho rubata solo 5 minuti!
Va beh.. Buona fortuna, Stellina!" le diede un bacio sulla guancia lasciandola a Joe.
"Buona fortuna..." scimmiottò Joe "Come se fossi così terribile!"
Lei sorrise poi disse "Non ho parole, Joe! Non ho parole per descrivere cosa sto provando!"
"Non dirle, le leggo nei tuoi occhi!" si addolcì.
"Ehi.. Girati, guarda con chi sta ballando Anne!" gli sussurrò nell'orecchio.
"Ohh... Albert fa conquiste! Beh avranno tempo per chiaccherare, stasera partiamo..."
"Partiamo?"
"Si, non c'è matrimonio senza una bella Luna di miele!"
"Joe, tu sei matto!"
"Anne aspetterà qui il nostro ritorno, così poi avrai ancora qualche giorno per stare con lei!"
"Hai pensato proprio a tutto!"
"Mi dispiace non averti coinvolto, ma poi che sorpresa sarebbe stata?"
La festa andò avanti per parecchie ore, Françoise lanciò il bouquet che fu raccolto da Yumi. Kinnosuke ebbe quasi un malore, quando la vide ballare con Takeshi, il figlio del Dott. Karl, fratello di Kaori.
Poi i due sposini scapparono via, verso la loro luna di miele.
Capitolo 1
"E anche questa è fatta!" si stiracchiò Jet.
"E' stato quasi più faticoso di una missione" ironizzò Albert.
"Puoi dirlo forte amico!" risero.
"E ora c'è da mettere tutto a posto!"
"No, ti prego Chang, non farmici pensare!" disse Bretagna.
A poco a poco gli ultimi invitati andarono via, non senza aver ricevuto i ringraziamenti e i saluti di Gilmour.
Anne cominciò a sistemare i tavolini del banchetto, coprendo i vassoi e buttando i piatti e i bicchieri usati nei cestini, Albert la vide in lontananza e si avvicinò.
"Posso aiutarti?" le chiese.
Anne fu colta alla sprovvista, si girò sorridendo e annuì, stava per dire qualcosa quando Ivan si teletrasportò davanti a loro. "Albert, Gilmour deve parlarci urgentemente, ci aspetta in sala riunione, chiama gli altri!" e scomparve immediatamente.
"Cosa sarà successo?" Chiese Anne.
"Non lo so, perdonami non posso più aiutarti ora!"
"Vai pure, ma poi..."
"Cosa?"
"Niente... io sarò qui a mettere a posto, magari se finite presto mi vieni a raccontare cosa è successo, ok?"
"Se posso, volentieri!" le sorrise e scappò via cercando tutti gli altri.
Anne continuò a sistemare nel cortile.
Subito tutti i cyborg si sedettero al loro posto nella sala riunioni della villa, il viso di Gilmour non prometteva niente di buono.
"Ragazzi, mi dispiace davvero interrompere questa serata di festa per tutti noi, ma purtroppo ho appena ricevuto notizie allarmanti."
"Di cosa si tratta dottore?" chiese Jet.
"E' successo qualcosa di molto grave durante un Summit per il recupero dell'energia del pianeta terrestre, svoltosi oggi a Roma, è scoppiata una bomba che ha ferito molti scienziati, ma quello che più mi preoccupa è che molti, troppi, sono dispersi, temo siano stati rapiti, tra l'altro scienziati molto importanti."
"Dobbiamo partire per l'Italia?"
"Si, ragazzi e subito, Punma prepari tu il Dolphin?"
"Certo Dottore!"
"Sulla strada possiamo avvertire Joe e Françoise, sicuramente non saranno lontani" disse Bretagna.
"No, loro non li disturberemo, vero dottore?"
"Certo Jet, farete senza di loro, non roviniamogli la luna di miele!"
"Ma tra le capitali che toccheranno nel viaggio c'è anche Roma, rischiamo di incontrarli lì e cosa gli diciamo?" chiese Albert.
"Faremo di tutto per non farci notare. Sperando che sia l'ultimo posto che visiteranno!" rispose Jet.
"Bene Jet, il comando di questa missione l'affido a te, probabilmente Joe leggerà su qualche giornale della notizia e se mi chiamerà fingerò che è tutto sotto controllo. Io rimarrò qui con Ivan, Anne mi darà una mano."
"Perfetto!" risposero.
"Andate a prepararvi!"
"Subito!" corsero via.
Albert vide che Anne seduta su una panchina nel cortile e la raggiunse.
"Anne..."
"Albert, finalmente! E' stata una riunione piuttosto lunga!"
"Si... devo... dobbiamo partire, stasera stessa, una missione importante!"
"Qualcosa di grave?"
"Non posso parlartene..."
"Certo, capisco!"
"Ci vediamo quando torno!"
"Torna presto...e non farmi preoccupare!" sussurrò.
Albert si girò per guardarla "Che hai detto?"
"Niente!"
"Sei preoccupata per me?"
"Beh... tu cerca solo di non farmi stare in pena!"
"Anne... ma tu lo sai che io..."
"Certo che lo so!"
La fissò intensamente.
"Ora vai, su, non vorrai mica farli aspettare!"
"Anne... io..."
"E vai su!" lo spinse via.
Albert la salutò con la mano e corse al Dolphin, confuso, ma stranamente felice.
"Mi mancherai" sussurrò fra se Anne vedendo il Dolphin partire.
Capitolo 2
"Aeroporto Leonardo da Vinci - Benvenuti a Roma" lesse un cartello davanti a se, chang "....direi che siamo arrivati".
"Ahh... che meravigliosa città, amico mio, ci sei mai stato?"
"No, Bretagna, questa è la prima volta che vengo in Italia".
"E' un posto meraviglioso, affascinante, nessuno può rimanere indifferente alla bellezza di questa città e delle sue donne!"
"Beh, speriamo che avremo il tempo di visitarla per bene!"
I Cyborg si erano divisi in gruppi di due per dare meno nell'occhio.
Bretagna e Chang erano arrivati in aereo da Londra, Albert e Jet dopo aver lasciato il Dolphin in una località segreta avevano raggiunto la Capitale in treno, Punma e Geronimo via mare dalla Grecia. Avevano preso alloggio in alberghi differenti, il loro punto d'incontro sarebbe stata la bellissima "Fontana di Trevi" nel cuore del centro storico.
"Tra quanto dobbiamo vederci con gli altri?"
"Ancora 1 ora, Chang!"
"Humm... sono le 12, perché nel frattempo non ci facciamo una mangiata, una cosa dell'Italia la so anche io, che si mangia divinamente!"
"Direi proprio che è una buona idea, amico!"
"Guarda che sventola!!!"
"Jet!"
"Daiii, anche l'occhio vuole la sua parte, e qui è pieno di belle ragazze!"
"Jet... ma dove siamo?"
"Qui dice... Via del Corso... si, stiamo andando bene, vedi? Ci sono le indicazioni per la fontana, stai tranquillo e goditi il panorama!"
"Hai idea di come sia questa fontana? Piccola... grande..."
"Ma stai scherzando? Non l'hai mai vista in foto?"
"No, mai!"
"Beh... allora preparati a qualcosa di indescrivibile!"
"Sei il solito esagerato!"
"No, ti assicuro che è così!"
"Piuttosto dimmi perché hai scelto questa fontana?"
"Perché è un luogo pieno di turisti e non daranno troppo nell'occhio un americano, un tedesco, un inglese, un indiano, un africano e un cinese!"
"Speriamo!"
"Dai retta a me!"
"Ma tu sei già venuto allora?"
"Eh... è una lunga storia, ho sempre avuto un debole per le italiane!"
Albert sorrise.
"Mentre tu invece... ti vedo abbastanza preso dalle francesi!"
"Ma che dici?"
"Si, si come se non l'avessi notato!"
"Notato cosa? Finiscila!"
"Eh... la cara Anne e pensare che Joe diceva a me di farci un pensierino..:"
"COOOOSA??"
"Ohh...calmati! Scherzo! Diamine, menomale che non te ne importa niente!"
Albert ruggì qualcosa poi girarono l'angolo e davanti a loro videro la famosa e bellissima Fontana di Trevi ergersi in tutto il suo splendore. Jet rimase a bocca aperta.
"Hai ragione amico, è davvero stupenda!"
"No... non... parlare... non parlare"
"Si sedettero sui gradini e rimasero a guardarla aspettando gli altri.
"EHi! Geronimo, guarda questo vicolo!"
"Meraviglioso, Punma, lo fotografo subito!"
"Che meraviglia! Se non fosse per la missione me la visiterei tutta!"
"Magari possiamo rimanere qui dopo averla terminata a fare i turisti prima di tornare con calma alla base!"
"Grande idea!"
"Eccoci! Mamma mia Geronimo, scatta foto su foto, questa fontana è grandiosa!"
"Ha scelto proprio un bel posto Jet! Fossero sempre così le missioni!"
"Guarda laggiù, li riconosci?"
"Hehehe... certo, sono Jet e Albert! Sembrano paralizzati!"
"Lo sarò anche io tra poco, raggiungiamoli!"
Si avvicinarono agli scalini, la folla era tanta. La maggior parte era composta da turisti stranieri. Riuscirono a sedersi vicino ai due amici, si scambiarono un'occhiata di intesa.
Punma e Geronimo continuarono a fotografare in giro.
"Andiamo Chang, siamo in ritardo!"
"Uff... sono pieno come un uovo!"
"Ti credo, ti sei mangiato ben tre piatti di Carbonara... tu sei pazzo!
Adesso se la prenderanno con me!"
"Era sublime!"
"Lo so, ma è anche pesante!!!"
"Me ne sono accorto!"
"Dai cammina su, ci linceranno gli altri!"
"Ma dove saranno finiti.... io li..."
"Dai, Albert calmati, si saranno persi, dovevamo dividerci diversamente... Bretagna e Chang da soli in giro per Roma, che guaio"
"Jet, fidati, secondo me basta cercare nelle trattorie!" sorrise Geronimo.
"Hai una vaga idea di quante trattorie ci siano a Roma?"
"Albert... era una battuta... ridere forse era un po' troppo, sorridere almeno è cortesia!" sdrammatizzò Punma.
Jet sorrise fissando due figure in lontananza "Eccoli lì! Avanti sedetevi!"
"Françoise ti ha prestato la supervista? Ma dove li vedi?" chiese Albert.
"Ho visto uno rimbalzare e l'altro ridere da solo alle sue battute!"
"Allora sono certamente loro!" risero.
"Scusate ragazzi, Chang s'è mangiato tre piatti di Carbonara che per quanto fosse buona non è certo il piatto ideale per poi rimettersi a camminare!" disse scusandosi Bretagna.
"Ohh.. com'era buona, ho preso la ricetta voglio rifarla!"
"Si, ma non ci mettere niente di tua fantasia, la Carbonara è sacra!" disse
Bretagna.
Jet aggrottò la fronte sollevando le spalle "Noi siamo qui in incognito, non dovremmo nemmeno farci vedere insieme a parlare e voi discutete su un piatto di pasta!"
"Scusa" "Scusa.." "Scusa...shhh"
Jet scosse la testa poi aggiunse "Va bene, allora, avete tutti fatto un giro per Roma, almeno una parte, io e Albert abbiamo studiato la metro A, Punma e Geronimo la metro B e voi due?"
"Noi siamo stati sui pullman...ma la città è enorme... non si può controllarla tutta!"
"Però ci siamo fatti un'idea dei trasporti... e delle trattorie...!"
"Si quello si... ma questo... Palazzo delle Esposizioni... dove si trova? Io non lo trovo sulla cartina del centro storico!" chiese Bretagna.
"Infatti non è al centro, ma più in una sorta di periferia, si chiama .. Eur.., dovete prendere la metro B fino a Eur Fermi e poi seguire le mie indicazioni!" disse Punma dando di nascosto un biglietto ai due.
"Ci vediamo tutti lì tra circa 3 ore... basteranno Punma?"
"Eccome, Jet, con la metro ci vorranno appena 20 minuti per arrivarci. Però la metro B si prende a Termini... anzi potremmo arrivare a piedi al Colosseo, da qui sono pochi km e la strada per arrivarci offre un bellissimo panorama!"
"Si, l'abbiamo fatta noi per venire qui, vero Punma?"
"Esatto Geronimo, l'Altare della Patria, i Fori Imperiali e poi il Colosseo, proprio di fronte c'è la stazione!"
"Va bene allora ci vediamo lì tra 3 ore, tornate nei vostri alberghi, rilassatevi un pochino e non mangiate Carbonara, per favore!"
"Tranquillo Jet, saremo puntuali stavolta!"
"A Roma si dice che tranquillo aveva fatto una brutta fine!"
"La conosci bene Roma, Jet?" chiese Chang.
"E' una lunga storia... " disse sospirando!
Capitolo 3
Driiiinnnnn Driiiiinnnnnn Driiiiinnnnnn
"Non risponde professore?"
"Eh..." sospirò Gilmour
"Vuole che risponda io?"
Driiiinnnnn Driiiiinnnnnn Driiiiinnnnnn
"No, Anne, è solo che so già chi è!" disse avviandosi alla cornetta osservato dalla ragazza.
Driiiinnnnn Driii...
"Pronto!"
"Dottore, cominciavo a preoccuparmi..."
"Scusa Joe, ero nel cortile con Anne e Ivan, ho sentito tardi squillare"
"Ma gli altri?"
"Sono in libera uscita!"
"Ah... ho letto sul giornale della sparizione di alcuni scienziati a Roma e allora ho pensato..."
"Si, l'ho saputo, ma è tutto sotto controllo!"
"Sotto controllo? Che vuol dire?"
"Joe, non te ne devi preoccupare!"
"Ma Dottore..."
"Ti ho detto che è tutto sotto controllo, nessun pericolo, goditi la luna di miele e salutami Françoise!" disse attaccando e girandosi verso Anne "Questi ragazzi di oggi... invece di godersi la dolce compagnia... cercano subito di fuggire dal matrimonio!"
Anne scoppiò a ridere.
"Cara mia, che fatica con questi figl... ragazzi!"
"Per lei sono come dei figli vero?"
L'anziano professore sospirò guardando la finestra vicino a lui.
"Sì, Anne, mi sento veramente come un padre per loro, ma è solo una mia presunzione..."
"No, non credo, sono invece sicura che per loro lei sia proprio come una figura paterna."
Gilmour sospirò nuovamente "Mi basta saperli felici... vorrei che tutti fossero felici come Françoise e Joe adesso..." poi si alzò e si diresse nel suo studio.
Anne aveva compreso la tristezza nelle parole del professore. Quando Françoise le raccontò tutta la loro storia ne aveva provata tanta anche lei per la sua amica, per tutte le sue sofferenze, ma aveva anche compreso la forza che la spingeva ad andare avanti e che riusciva a trovare nell'amore che provava per Joe. L'amore l'aveva fatta vivere nonostante la sua condizione, le aveva restituito l'umanità che le avevano rubato trasformandola in cyborg. E questo valeva per ognuno di loro. Avevano conservato le loro passioni e i loro sentimenti, tutti, nonostante cercassero, chi più chi meno, di nasconderlo, vivevano delle stesse paure e degli stessi sogni. Consapevoli di non essere persone normali, pur volendo esserlo. Tutto questo era molto triste, pensò, soprattutto perché le persone normali non riescono a comprendere il loro dolore, li vedono solo come macchine, rifletté sul fatto che lei aveva compreso questo solo grazie alla sua amica, ma altrimenti come avrebbe reagito? Non volle pensarci! Scossa la testa e poi si avviò nella sua stanza.
"Oh...una novità... Mancano solo Chang e Bretagna!"
"Eccoli che arrivano, su, Albert, non essere sempre negativo!" rispose
Punma.
"Ci siamo anche noi... che strano questo... Eur"
"E' vero ha un aspetto da vecchio impero però al tempo stesso non sembra così antico!" aggiunse Geronimo.
"E infatti non lo è, è stato costruito tra gli anni 30 e 50" aggiunse Punma.
"Ragazzi torniamo alla missione?"
"Si, scusaci Jet è che..."
"Lo so. Punma, questa città ti cattura, non ti molla per un attimo... è magica! Ma non siamo in gita...purtroppo!"
"Humm.. secondo me Jet, ti sei preso una bella cotta per questa città e forse anche per qualcuna che ci vive!"
"Bretagna... se ci tieni a tornare a casa intatto ti consiglio il silenzio!"
lo avvertì Albert.
"Bene, dividiamoci, si sta facendo sera, voi perlustrate la zona, io e Albert entriamo dentro il palazzo, ci aspetta un collega di Gilmour per darci informazioni. Ci rivediamo stasera in questo pub" disse dando un volantino ad ognuno.
"Crazy Bull, Via Mantova 5... perché proprio questo Pub? E' pure lontano da qua!"
"Ma è vicino ai nostri alberghi, Punma!"
"Ok, allora lì, stasera verso le 23!"
"Perfetto!" disse Jet guardando un gruppo di ragazze (Hihihi non ho resistito! Ndr) ridere e scherzare poco lontano da loro, lesse una grande insegna "Romix...."
"Che hai detto, Jet?"
"No, niente... stavo guardando... deve essere una fiera di fumetti!"
"Ora ti distrai tu?"
"Scusa Albert... solo che erano così carine..."
"Andiamo bene!"
Risero e ognuno si diresse nella propria zona di perlustrazione.
"Mi scusi sto cercando il professor Adelmi!"
"Chi lo desidera?" disse la graziosa receptionista di fronte a Jet.
"Siamo assistenti del Dottor Gilmour!"
"Ah, si, vi stava aspettando, in fondo al corridoio a destra, fate attenzione ai calcinacci, sapete...per via dell'esplosione...!"
"Si, certo, Grazie!" sorrise Jet.
"Ma ci provi con tutte?" chiese Albert quando furono un po' distanti dalla ragazza.
"E tu pensa alla francesina!"
"Finiscila..."
"Oh... andiamo, tocca darsi da fare, siamo liberi noi, mica come Joe!" Risero
"Eccoci" entrarono in una sala molto grande, la bomba aveva devastato solo il lato ovest dell'edificio, dove si organizzavano delle conferenze. Jet notò un signore sfogliare dei fascicoli seduto qualche fila più avanti, gli si avvicinò. "Mi scusi, sto cercando il professor Adelmi, sa dirmi dove posso trovarlo?"
"Vi manda Gilmour?"
"Si, è lei?"
"Sono io, vi stavo aspettando, ma non ho molto tempo! Sedetevi!"
Si accomodarono.
"Ecco, vi ho preparato questi fascicoli, ci sono anche i rapporti della polizia e ritagli di giornale, insomma tutto quello che può esservi utile e che abbiamo a disposizione!"
"La ringrazio..."
"No, sono io che ringrazio voi e Gilmour per l'aiuto che ci date, sono stati rapiti 9 scienziati di grande importanza, di fama internazionale, ma soprattutto dei carissimi amici!"
"Comprendiamo, faremo il possibile per ritrovarli!"
"Grazie, davvero. Troverete anche dei fascicoli per ognuno di loro, con foto e biografia, almeno vi potrete fare un'idea di cosa si occupano!"
"Bene, ora andiamo! Le faremo sapere!"
"Grazie, grazie, a presto e buon lavoro!"
Uscirono dal palazzo e si diressero verso la metro per tornare in albergo prima dell'appuntamento al pub.
"Guarda Punma!"
"Cosa?"
"Questa parete, non ti sembra più fresca del resto del palazzo?"
Punma osservò attentamente la parte di parete di fronte a lui, era un'ala esterna del Palazzo delle Esposizioni ed era chiaramente stata modificata di recente.
"Si, Geronimo, hai ragione, è vistosamente in contrasto col resto del muro"
"Che guardate?"
"La parete, Bretagna!"
"Lo vedo, ma che ha? E' storta?"
"No, non vedi che questa porzione è stata rifatta di recente e anche male!
Sembra quasi che qualcuno l'abbia sfondata e poi ricostruita!"
"Forse hanno effettuato qualche lavoro di manutenzione, soprattutto dopo la bomba!"
"O forse è servita come passaggio per qualcuno!"
"Bisognerebbe vedere cosa c'è dietro!" si girarono tutti verso Bretagna.
"Ok, ho capito" disse trasformandosi in lucertola "A tra poco!"
Dopo circa 20 minuti tornò indietro.
"Ce l'hai fatta? Cominciavo a preoccuparmi!" disse Chang.
"Allora Bretagna? Cosa hai visto?"
"Dietro questa parete c'è un magazzino con molti scaffali, ma dietro questa parete non c'è nulla. Poi mi ha incuriosito una porta e ho deciso di passare dalla fessura per vedere cosa ci fosse."
"Quindi?"
"Beh.. c'è una sorta di passaggio per un sotterraneo, non sono riuscito a spingermi oltre, è troppo buio."
"Perfetto, Geronimo, hai scattato foto alla parete?"
"Fatto, Punma."
"Ok, direi che possiamo tornare all'albergo per riferire a Jet!"
"Bene, andiamo, ho una fame!" disse Chang!
Capitolo 4
"Albeeeeeeeert... sei pronto o no?"
"Jet, scusami, ma che fretta c'è? Sono appena le 22, mi sto rilassando un po'."
"Uff.. va beh io scendo al pub, tu raggiungimi quando vuoi!"
"No, scusa aspetta un attimo!" disse Albert alzandosi dal letto "Mi spieghi tutta questa fretta?"
"Ma quale fretta, mi rompo qui in albergo. Voglio bere qualcosa!"
"No, tu non me la racconti giusta!"
"Non cominciare!"
"Sei strano da quando siamo arrivati a Roma!"
"E' l'atmosfera di questa città!"
"Perché non mi racconti di quella storia..."
"E' molto lunga"
"Abbiamo tempo, no?"
"Solo se andiamo al Pub"
"Ok, ci sto!"
Presero le giacche e si incamminarono verso il pub.
"Allora?"
"Beh.. in realtà non è poi così lunga..."
"Bravo, ridimensiona, ma parla!"
"Tempo fa sono venuto in Italia per un gran premio molto importante ad Imola e poi con dei vecchi amici abbiamo deciso di venire a Roma per visitarla insieme. Una sera entrai in un pub..." disse tirando a se la porta del locale.
"In questo pub?"
"Si, conobbi una ragazza molto carina che ci lavorava, ma lei nemmeno si ricorderà di me, avremo solo scambiato due chiacchiere!"
"Per ricordartela così bene doveva essere molto carina!"
"Ehhh......"
"Speri di rivederla?"
"E chi lo sa! Magari lavora ancora qua!"
"Magari... ha anche qualche amica carina!"
"Ohhh.... così ti voglio!" risero sedendosi al tavolo "Oh...noooo!"
"Cosa?"
"La vedo e sai chi sta servendo?"
"Chi?" Albert fece per girarsi.
"No, fermo, non voltarti.... sta servendo Joe e Françoise, fortunatamente lei è di spalle sennò ci avrebbe già visto."
"Ma con tanti pub proprio questo doveva scegliere?"
"Hemm... c'era anche lui quella volta, chissà se l'ha detto a Françoise!"
"Ahhh... andiamo bene! Ora che facciamo?"
"Andiamo via e speriamo di incontrare gli altri prima che vengano
scoperti... sigh..."
"Dai non fare così, magari ci torniamo domani!"
"Va beh, pazienza, destino! C'erano anche tre belle ragazze sedute a un tavolo vicino a noi!"
"Jet sei incorreggibile!"
Uscirono dal locale e fortunatamente videro in lontananza arrivare gli amici, gli andarono incontro e decisero per un altro pub.
Al loro tavolino i due sposini si guardavano intorno attendendo la loro ordinazione.
"A cosa stai pensando?"
"Perché me lo chiedi?" disse Joe baciando la mano di sua moglie.
"Perché stai ridendo. Dimmi a cosa pensi?"
"E va bene, stavo pensando a quando dirò a Jet che siamo stati qui e soprattutto chi ci ha serviti!"
"E perché? Cosa c'è da ridere? Jet conosce quella ragazza?"
"Qualche anno fa ci siamo venuti insieme qui, con degli amici piloti, lui si era preso una cotta per quella ragazza!"
"Ahh... e tu invece?"
"Io?" arrossì
"Si tu, sei stato qui da single, allora? Chi ti piaceva?"
"Ma, no a me nessuna!"
"E pensi che ci creda? Andiamo lo sanno anche i muri che hai conquistato parecchio fino... a poco tempo fa!"
"Hummm...."
"Non sbuffare e dimmi chi è!"
"Non c'è, davvero, non c'è!"
"Però speravi d'incontrarla!"
"Ma che dici?"
"E allora perché mi porti qui? Con tanti pub?"
"Ma perché mi sono trovato bene!"
Françoise assunse un'espressione lievemente imbronciata e Joe capì di aver commesso un errore.
"Scusami, non volevo ferirti, davvero. Non ci penso proprio, volevo solo rivedere questo posto. Nient'altro, altrimenti non te l'avrei nemmeno raccontato. Io ti amo e lo sai!"
La ragazza si distese.
"Ecco i vostri panini!" disse la ragazza del pub posando i piatti sul tavolo.
"Grazie!" risposero loro.
Quando se ne andò via Françoise disse: "Non si ricorda di te?"
"Ma no, ci siamo stati una sera soltanto qui, Jet c'ha scambiato qualche parola di più, ma nient'altro e poi è stato un sacco di tempo fa, dubito si ricor..."
"Scusami" disse la ragazza avvicinandosi nuovamente "Scusa se te lo chiedo però... ci conosciamo? Il tuo viso l'ho già visto..."
Françoise sorrise maliziosamente.
"Hemm... guarda sono stato qui qualche anno fa con degli amici e io mi ricordo di te.. ma molto tempo fa."
"Ahh... ma allora sei l'amico di Jet, vero?"
"Che memoria!"
"Hahaha si si, mi ricordo, e Jet? Come sta?"
"Bene...!"
"Oh, scusatemi vi sto disturbando, mi raccomando salutamelo!"
"Hemm... certo...!"
La ragazza tornò al bancone. Joe vide lo sguardo provocatorio di Françoise e disse: "Non guardarmi così, si ricorda di me solo per Jet!"
"Certo, certo... finisci il panino e andiamo!"
"Va bene, va bene!" obbedì Joe.
Capitolo 5
La notte passò in fretta per tutti, di buon ora, il giorno seguente, i 6 cyborg in missione tornarono al palazzo dei congressi per esaminare il sotterraneo scoperto da Bretagna. Tramite il Professor Adelmi, ebbero i Pass per entrare nella zona interessata.
"Deve essere molto profondo!" disse Bretagna.
"Il professore ha detto che è un Bunker costruito durante la seconda guerra mondiale!" rispose Punma.
"Humm.. forse l'hanno lasciato un po' troppo incustodito, che dici?"
"Penso proprio di si, Chang, aspetta, illumina un po' per terra!"
Il piccolo cinese abbassò la testa, dalla sua bocca una fiammata illuminò il pavimento.
"Guardate queste impronte, sono recenti e non sono nostre, qui c'è stato qualcuno!"
"Guarda bene Punma, alcune impronte sembrano più trascinate che fatte da chi cammina!"
"E' vero, Albert, è proprio così... secondo me hanno usato questo sotterraneo per rapire gli scienziati."
"E quindi dovremo percorrerlo tutto?"
"Ovvio Bretagna, mettiamoci subito in cammino!"
Jet e Geronimo erano rimasti all'esterno cercando di mettersi in contatto con Gilmour.
"Pronto...pronto... dottore, mi sente?"
"E ti vedo Jet!" rispose il professore da un piccolo schermo che Jet aveva con sé.
"Abbiamo trovato un sotterraneo sospetto, i ragazzi stanno controllando dentro."
"Fate attenzione, mi raccomando!"
"Certo! Ah.. ieri ho visto Joe e Françoise!"
"Ti hanno visto?"
"No, loro no, ci siamo allontanati subito."
"Bene, mi raccomando!"
"Stia tranquillo!"
"Ivan? Ci sono possibilità che si svegli?"
"Il suo sonno è agitato, può darsi che si svegli, ma per ora dorme ancora, mi dispiace!"
"Va bene! Passo e chiudo!"
"Passo e Chiudo, buona fortuna!"
Jet spense l'apparecchio, ma improvvisamente vide una piccola spia rossa lampeggiare e lo riaccese.
"Jet! mi senti?"
"Si, Punma dimmi!"
"Ci sono i soldati dei Fantasmi Neri nel sotterraneo, un gruppo staziona in alcuni locali del bunker, se siamo fortunati gli scienziati sono ancora qui!"
"Perfetto, ora vi raggiungo! Fate attenzione!"
Spense l'apparecchio nuovamente e lo diede a Geronimo.
"Vorrei venire anche io!" disse il gigante.
"Purtroppo è molto stretto il passaggio e basso, resta qui, se ci serve aiuto ti contatteremo!"
"Va bene!" quando l'amico si allontanò si mese seduto a terra ad aspettare.
Il corridoio era veramente stretto e buio, ma Jet volò facilmente fino ai suoi amici.
Pochi km prima di arrivare da loro però smise di volare per raggiungerli a piedi silenziosamente e non farsi scoprire dalle guardie nemiche, tuttavia qualcuno lo notò, ma non disse nulla.
"Jet" sussurrò Punma fissando un punto non ben definito nel buio del passaggio.
"Eccomi.. sono qua..." rispose l'amico.
"Seguici" disse Albert "Bretagna è andato avanti, nelle sembianze di una lucertola corre meno rischi".
"Bene andiamo..." ma fecero solo qualche passo prima di sprofondare nel vuoto, una trappola li aveva attesi, fu una lunga discesa nel buio fitto, prima di toccare terra rovinosamente.
"Ma dove si saranno cacciati... eppure è impossibile perdersi, è tutto dritto fino a qui senza incroci di altri tunnel, dove caspita sono? Vatti a fidare... maledizione"
"Ehi guarda com'è nervosa quella lucertola..." disse un uomo sdraiato sul pavimento proprio sotto a Bretagna che spalancò gli occhi incredulo, non aveva notato di non essere solo.
"Un po' isterica, forse sopporta poco anche lei questo buio".
"Che strano guarda s'è fermata sembra ci abbia capito!"
"E meno male che sei uno scienziato... avrà sentito la tua voce e s'è spaventata!"
Bretagna deglutì.
"Che colori strani che ha"
"Perché riesci pure a vederli?"
"Lo so che è buio però si vede abbastanza bene sarà di quei tipi che s'illuminano di notte?"
"Si! Una Lucciocertola!"
"Eddai Thomas, già è abbastanza disperata così la nostra situazione non ti ci mettere anche col tuo cinismo".
Bretagna notò le corde legate strette ai loro polsi e alle caviglie e capì che erano due ostaggi, poi guardando meglio si accorse di una terza figura accasciata nell'angolo.
"E va bene, Ray, guardati la tua lucertola.... almeno ci da un po' di luce".
Bretagna nella trasformazione si era preso la licenza di diventare una lucertola un po' luminosa per vederci meglio, ad un tratto la terza figura cominciò a lamentarsi con piccoli gemiti, riuscì a fatica a rialzarsi legata com'era, Bretagna noto che si trattava di una donna.
"Elisabeth... Ely... come ti senti?"
"Ray... Tom..."
"Siamo qui..."
"Cos'è questa luce?"
"Quella lucertolina lassù!" indicò Ray.
"Oh... è meravigliosa..."
"In un momento come questo può essere anche d'oro, ma non sarà mai meravigliosa."
Elisabeth guardò Thomas con aria interrogativa, poi disse "Sono 6 giorni che viviamo al buio, avrei dato qualunque cosa per un po' di luce, per me è meravigliosa lo stesso!"
Thomas sbuffò.
"Ely ti fa male la gamba?"
"La gamba? Non la sento quasi più... e temo che non sia un buon segno!"
"Maledizione dovresti camminare un po'... se solo potessimo alzarci 5 minuti, se solo potessi controllarti la ferita..."
"Ray stai tranquillo, peggio di così non può andare.... o almeno spero!" la tristezza la colpì all'improvviso in pieno petto facendola lacrimare.
"Ely..."
"Ce la caveremo, non dobbiamo disperare..." singhiozzò lei.
"Certo, come no, ancora non l'avete capito? Ci uccideranno tutti, ci hanno rapiti per fermarci, per noi è la fine ormai."
"Thomas, basta!" urlò Ray.
"Litigare fra noi non serve a nulla" li interruppe la donna.
"Abbiamo ben poco altro da fare così legati, per lo meno non ci hanno imbavagliati!"
"Con te avrebbero fatto bene" Ely lo disse in maniera così spontanea che nemmeno Thomas riuscì a non sorridere. Purtroppo anche Bretagna si fece sfuggire la risata!
"Lo vedete, è un aggeggio diabolico di chi ci ha lasciati qui!" urlò Thomas
"E' incredibile sembra che ci capisca!"
"Stavolta forse ha ragione Thomas, Ely, sarà una radiospia!"
Bretagna in quel momento scese tra loro, li vide spaventati e cercò di spiegare con calma.
"State tranquilli, non sono una spia, non sono nemmeno una lucertola, sono un cyborg"
"Un cyborg?" chiese Ely.
"Si, siete scienziati immagino sappiate cos'è un cyborg!"
"Si, sei proprio come quelli che ci hanno rapiti!" disse Thomas.
"No, cioè, materialmente si, ma io sono qui per liberarvi".
"E dovremmo anche crederti?"
"Vi prego, ora non posso trasformarmi, mi vedrebbero subito, ma sono qui per liberarvi, insieme ai miei compagni, devo andare a chiamarli e portarli qui!"
"Se è vero te ne saremo grati!" disse Ely.
"Ancora ci credi?"
"Thomas è l'unica speranza che abbiamo, io voglio crederci!"
"Anche io!" aggiunse Ray.
Bretagna salutò e corse ad avvertire gli altri, ma non riuscì a trovarli da nessuna parte. Ad un certo punto vide dal terreno sbucare del fumo e improvvisamente si bruciacchiò con la fiamma di Chang.
"Ahia, pezzo di scemo!"
"Oh, Bretagna, scusami!"
"Ma dove eri finito? Dove sono gli altri?"
"Non lo so, amico, siamo caduti in una trappola! Li ho cercati ovunque, io sono riuscito, scavando, ad uscire!"
"Maledizione! Ora come facciamo?"
"Dobbiamo avvertire Gilmour, torniamo da Geronimo!"
"No!"
"Come no?"
"No, io non posso, ho trovato 3 scienziati prigionieri, se non torno penseranno che li ho ingannati, devo aiutarli!"
"Va bene, allora tu torna da loro, io vado da Geronimo, più tardi verrò a cercarti!"
"Bene, ma fai attenzione!"
"Anche tu!"
Si separarono!
Capitolo 6
Jet riaprì gli occhi più volte prima di constatare di essere completamente al buio, un nero fitto, che avvolgeva tutto. Chiamò Albert e Chang,
Bretagna, ma sentiva solo il rimbombo della sua voce. Provò a volare, ma si accorse di essere in un luogo molto stretto dopo aver sbattuto la testa più volte, così stretto e freddo che ebbe il dubbio di essere in una specie di bara di vetro, forse una capsula.
Provò a battere con le mani, i piedi e si tolse il dubbio, doveva essere un vetro molto resistente. In Gabbia! L'avevano preso e chissà cosa gli avrebbero fatto, non ebbe nemmeno il tempo di chiederselo in realtà, ben presto sentì una specie di pizzico, una punta, sul suo collo e cadde addormentato molto profondamente, un pannello si illuminò in quel momento, da un piccolo proiettore scorrevano le immagini di un bambino dai capelli rossi, sorridente, che correva con i suoi amici per strada.
Invece, su un monitor poco distante erano proiettate le immagini di un ragazzo ai tempi della seconda guerra mondiale, triste, arrabbiato col mondo, che voleva fuggire via e la sua ragazza che cercava di calmarlo in una notte molto buia e triste.
Albert in una capsula vicina era stato vittima della stessa puntura fatta a Jet.
In un monitor più piccolo Punma giocava a rincorrersi con un cucciolo di leone bianco, anche lui vittima della stessa trappola.
"Geronimooo"
"Chang sono due ore che vi chiamo con la ricetrasmittente, che diamine è successo?"
"Ci siamo persi, o meglio li ho persi!"
"Cosa dici?"
"Una trappola, ci hanno teso una trappola, siamo scivolati sul fondo, io sono riuscito ad aggrapparmi e son tornato su dopo averli chiamati più volte, ma era tutto buio e la mia fiamma non riusciva ad illuminare niente"
"Maledizione!"
"Bretagna invece è rimasto ad aiutare tre prigionieri, aspetta rinforzi per liberarli"
"Rinforzi? Se Jet, Punma e Albert sono spariti che rinforzi possiamo dargli?"
"L'unica è..."
"Cosa..."
"Chiamare Joe e Françoise!"
"Hummm... allora avvertiamo Gilmour!"
"Bene!"
Geronimo prese accese il monitor del camper e chiamò Gilmour che apparve quasi subito davanti a loro.
"Ah, finalmente ragazzi, attendo con ansia notizie!"
"Niente di buono, Dottore!" disse Geronimo.
"Cos'è successo?"
"Purtroppo mentre eravamo in ricognizione ci hanno teso una trappola, siamo scivolati in un luogo molto buio, io sono riuscito ad aggrapparmi, ho cercato gli altri, ma non li ho trovati, son riuscito ad uscire per avvisarvi."
"Siete rimasti solo voi due?"
"No, c'è anche Bretagna, ha trovato tre scienziati è con loro in questo momento!"
Gilmour sembrò pensieroso, Geronimo parlò prima di lui.
"Dottore, non abbiamo altra scelta, a meno che Ivan non si risvegli!"
Ivan in quel momento comparve dietro al professore.
"Ivan, sei sveglio, per fortuna, ascolta..."
"Dottore, so tutto, ma purtroppo non posso fare molto. Riesco a localizzare solo Bretagna, degli altri non trovo alcun segnale."
Lo sconforto si abbatté sui loro visi.
"Non abbiamo altra scelta... dobbiamo chiamare Joe e Françoise!"
"Li cercheremo!"
"Stanno andando a Fontana di Trevi! Li troverete lì!"
"Va bene!" disse Geronimo mettendo in moto il camper.
"Ma Bretagna? Non possiamo lasciarlo solo qui!"
"E' vero, ha ragione Chang!"
"Va bene, allora penserò io ad avvertire loro due, voi rimanete lì!" disse Ivan scomparendo dal monitor.
"Buona fortuna ragazzi!" aggiunse Gilmour.
"Eccoci qui, non è stupenda?"
"Joe, è meravigliosa! Non avrei immaginato niente di simile!"
"Lo so! E' davvero unica! Ma adesso vieni qui, vieni!" la prese per un braccio, le fece voltare le spalle alla fontana e le diede una monetina.
"Leggenda vuole che se lanci una monetina nella fontana esprimendo un desiderio questo si avvererà."
"Humm.. devo pensarci!"
"Pensaci bene e poi lanciamo, io il mio lo so già!"
"Lo sai già?"
"Certo!"
"E qual'è?"
"Non si dice altrimenti non si avvera" e le diede un bacio sul naso.
"Non ti facevo così scaramantico e nemmeno tanto romantico!"
"Sono andato a ripetizione!"
"Ah si? E da chi?"
"Eddai scherzo!" risero.
"Va bene, Joe, ho il desiderio!"
"Fantastico, lanciamo?"
"Si!" sorrise.
Lanciarono la monetina, si voltarono per vederla cadere e improvvisamente tra le braccia di Françoise apparve Ivan.
"Ma nooo, Ma ti mancavano così tanto da sprecare il nostro desiderio con loro?" sbuffò Joe.
Françoise arrossì "Veramente non era proprio questo il mio desiderio"
"Scusatemi!" disse Ivan "Purtroppo ho dovuto interrompervi, mi dispiace!"
"Cos'è successo, Ivan?" chiese Françoise.
"Abbiamo un grande problema, ma non è il caso parlarne qui!"
"Il nostro albergo è qui vicino, andiamo li"
"Si, sbrighiamoci!"
Ivan gli spiegò brevemente tutto quello che era successo e li trasportò nel camper dove si trovavano ancora Geronimo e Chang.
"Oh, che paura che mi avete messo, si bussa prima di entrare!" disse Chang.
"Non è il momento di scherzare!" obbiettò Joe mentre Françoise accennò un sorriso al piccolo cinese.
"Se non ci fossi tu..." sussurrò Chang.
"Geronimo spiegaci come entrare!"
"C'è un passaggio dentro la cantina, venite, vi faccio strada!"
Li condusse all'entrata del passaggio.
"Purtroppo per me è troppo stretto, ho provato, ma non riesco a passarci!"
"Non preoccuparti Geronimo, tu rimani qui, resteremo in contatto con la ricetrasmittente!"
"Va bene, Joe, però contattatemi ogni ora!"
"Lo faremo!" si girò per guardare Françoise assorta ad osservare "Cosa vedi?
Sei preoccupata?"
"No, sto dando una prima controllata all'interno, ma per ora vedo solo dei cunicoli molto stretti."
"Andiamo?"
"Si, certo, andiamo!"
"Chang? Pronto?"
"Pronto!"
"A presto, Geronimo!"
"A presto, amici!" li vide scomparire dietro un angolo e corse al camper per attendere le loro comunicazioni.
Capitolo 7
"Corri Jet... corri...vieni da me..." una bellissima ragazza tendeva le braccia in uno schermo al centro di una stanza completamente buia.
Su un altro schermo si sentivano scoppi di bombe e raffiche di mitra, su un altro ancora l'oceano in tutta la sua tranquillità.
"Humm... inietta il siero B, voglio sogni e ricordi più recenti" disse qualcuno con voce roca nella stanza.
"Si, Signore!" rispose qualcun altro.
Presto il siero B entrò in circolo nel corpo dei 3 cyborg, i loro ricordi furono catapultati a un periodo più recente.
L'uomo dalla voce roca osservava da tre piccoli monitor tutti i tre, poi disse "002, presto!"
Il monitor si concentrò sui sogni di Jet. Una stanza, la sua stanza, nel rifugio nascosto. Lui è seduto per terra, fuori piove, la stanza è buia, ascolta musica rock, è malinconico, stringe fra le dita una foto, di una ragazza mora, molto bella. Lancia la foto sotto al letto, per un attimo è tentato di raccoglierla, poi sorrise, incrociando le braccia dietro la schiena e guardando fuori la pioggia cadere.
"Avanti 002, so che puoi svelarmi qualcosa di questo maledetto rifugio!"
disse la voce roca.
Jet continuava a guardare fuori, la pioggia era molto fitta. Un leggero tocco alla porta, qualcuno che bussa. "Dai, dai 002, apri la porta!" Jet seduto a terra non disse nulla, si sentì bussare di nuovo. Jet sbuffò piano e una voce femminile disse "Jet, lo so che sei dentro, quanto devo bussare ancora?"
Jet affondò la faccia nelle mani e poi si alzò ad aprire "Ma perché non mi lasci un po' in pace? Io sto bene!"
"Bene, bene, 003!" sussurrò la voce roca.
"Lo so che stai bene, però non mi piace saperti chiuso qui, perché non vuoi venire al cinema con noi?"
"Ti prego, Françoise, ho solo voglia di starmene un po' da solo, capita a tutti ogni tanto, tu lo sai bene! Ma non dovete preoccuparvi!"
"Che nobili sentimenti da pseudo-umani!" ringhiò la voce roca.
"E va bene, però..."
"Però?"
"...Ti ho lasciato la cena in caldo nel forno, promettimi che dopo mangerai!"
"Che faremmo senza mamma Françoise!" l'abbracciò stretta.
"Che carini... sembrano quasi veri hehehehe" commentò ironica la voce "Basta, passami 007! 002 è stata una delusione!"
"Si, Signore!"
Una grossa montagna si ergeva in tutta la sua bellezza e magnificenza sul monitor che si illuminò di una luce quasi accecante. "E' fantastico Geronimo, guarda, non è fantastico?"
"Direi proprio di si, amico mio!"
"Dai andiamo, andiamo!"
"007 e 005.. che tenero teatrino... che gusto ci provano a fingersi umani?" commentò ancora la voce roca.
"Guarda quell'aquila, Punma!"
"E' una regina, stupenda! Questo posto è più bello di quanto avessi sperato!"
"Ah... questi fiorellini piacerebbero molto a Françoise! Ma temo non sopravviverebbero da noi!"
"No, di certo, però guarda quei frammenti di roccia come luccicano, credo si tratti di ametista!"
"E' vero" disse il gigante prendendo i frammenti "Sono proprio frammenti di ametista, ne farò una collana per lei!" si sorrisero.
"Al diavolo, passami 004!"
"Si, signore!"
Nello scherzo ora passavano le immagini di un patio ricoperto di rose bianche!
"004 non deludermi anche tu!" disse la voce roca.
Albert raccolse una rosa e la puntò all'occhiello della giacca, poi si voltò verso una finestra e vide Françoise prepararsi con abito bianco, un sospiro e poi si voltò a guardare il paesaggio.
"Perfetto, salvami le immagini di questo posto, che vengano ben nitide!"
"Si, signore!"
"Albert, sarà un matrimonio bellissimo!"
"E' vero, Anne!"
"Matrimonio...humm..."
"Françoise è un sogno!"
"Da far mancare il respiro!" aggiunse Albert.
Anne lo guardava con aria interrogativa "Che c'è?" chiese Albert
"Niente, niente.. vorresti esserci tu al suo posto" ironizzò la ragazza.
"Hummm...interessante!"
Per un attimo sullo schermo apparve un chiaro sogno ad occhi aperti di Albert mentre bacia Françoise.
"Ma che dici?" disse riprendendosi.
"Bene bene... Salva anche questo. Può sempre esserci utile!"
"Si, Signore!"
"Io vado a... Ehi! Un momento, il monitor 6 presto!"
Da un altro monitor apparvero Joe, Françoise e Chang intenti a setacciare il passaggio sopra di loro!
"Fantastico, sapevo che sareste arrivati... presto tu, metti il serio C a questi 3 e liberali in una stanza qualsiasi!"
"Ma Signore!"
"fai come ti ordino!" disse la voce roca ridendo.
Capitolo 8
"Professor Kusackji!"
"Sono qui, davanti al vostro cospetto!" disse l'uomo dalla voce roca inginocchiandosi davanti a un monitor.
Le tre facce del Fantasma Nero furono proiettate in tre schermi in una grande sala rossa.
"Di quali grandi scoperte dovete parlarci?"
"Ho analizzato i sogni e i ricordi di 002, 007 e 004"
"Bene, a cosa è servito questo tuo esperimento?"
"Ho scoperto qualcosa sul posto dove sono rifugiati, ma molto poco in realtà.."
"E questa sarebbe una grande scoperta?"
"Un momento, non ho finito. Ho scoperto quali sentimenti ci siano tra loro 9"
"Sentimenti? Sono dei cyborg!"
"E' proprio questo il punto, si ostinano ad avere sentimenti umani, per rimanere aggrappati al passato, è una loro grande debolezza!"
"E questo a cosa dovrebbe servirci?"
"Ho scoperto che 003 è un po' il loro confidente, una specie di Jolly a cui aggrapparsi nei momenti di difficili! Ma non è tutto tra 003 e 009 c'è qualcosa di diverso che può essere paragonato ad amore. Ciò rende tutti abbastanza felici, ma 004 e 002 ne hanno forse una specie di invidia, forse
anche loro sono innamorati di lei o forse sentono solo più degli altri il bisogno di un rapporto sentimentale!"
"Al diavolo! Kusackji! Lei stai parlando di 9 macchine, come può pretendere che crediamo a questa assurda storia!"
"Vi prego guardate!"
Su un quarto monitor scorsero velocemente le immagine salvate dal professore.
"E' incredibile!"
"Gilmour ha fatto un grosso errore a lasciargli questa sensibilità, bene, tutto ciò potrebbe esserci utile, è vero, ma qual'è il suo piano?"
"Ho provveduto a liberare 007, 002 e 004"
"Per quale assurdo motivo, pazzo?"
"Lasciatemi spiegare! So che 003, 009 e 008 sono nel passaggio, prenderò 003 e le inietterò il siero, nel frattempo un cyborg delle sue stesse fattezze sarà liberato, devo solo lavorarci su per renderlo "sentimentalmente" più simile a lei. Con questo cyborg sotto il mio controllo aprirò piccole grandi spaccature tra i sentimenti dei 9, gelosie, rancori, invidie, tutto quello che tengono nascosto dentro loro, nel frattempo grazie a Françoise scoprirò il vero io di ognuno e li farò impazzire, aspettando il momento migliore per colpirli!"
"Un attacco psicologico?"
"Esatto!"
"Kusackji, non fallire! Lo sai cosa ti aspetta altrimenti!"
"Certo miei signori, certo!"
I monitor si spensero e una risata fu soffocata tra le mura della stanza rossa.
Capitolo 9
"Albert.... Albert...mi senti? Svegliati! Albert?"
Albert riaprì gli occhi molto lentamente, anche se il logo in cui si trovavano era quasi del tutto buio, anche Punma riprese conoscenza.
"Accidenti, la testa mi scoppia, un dolore terribile..."
"Lo so, anche a me fa molto male!" disse Jet.
"Ma dove siamo?"
"Non lo so, Punma, non ricordo niente... ricordo solo..." rispose Jet
"La caduta...siamo caduti..." lo interruppe Albert
"Ah, si siamo caduti... e poi...ricordo tanto freddo.."
"Freddo si, anche io e la testa che fa male"
"Io non ricordo altro!" Punma e Albert scossero la testa, nemmeno loro ricordavano altro.
"Ci conviene metterci in cammino e ritrovare la strada per uscire, non so neanche da quanto siamo qui!" si avviarono lungo i cunicoli silenziosamente, nel frattempo in un altro lato del bunker Joe, Françoise e Chang tentavano di raggiungere Bretagna.
"L'aria è molto pesante!"
"Françoise... hai problemi? Se non ce la fai torna indietro, continuiamo noi!"
No, assolutamente, ce la faccio, dico solo che c'è un'aria poco respirabile!"
"E' vero, me ne accorgo anche dalla mia fiamma, c'è poco ossigeno, è corta".
"Andiamo, affrettiamo il passo!"
"Si, Joe... ah guarda lì è dove ci hanno teso la trappola e gli altri son caduti!" disse indicando un punto nel passaggio poco distante.
"Françoise, vedi nulla?" La ragazza si appoggiò alla parete e cercò di vedere attraverso le fitte mura, ma non riusciva proprio a vedere nulla "Temo siano schermate, non vedo proprio nulla attraverso".
"Cerchiamo Bretagna!" disse Joe incamminandosi più velocemente.
"Allora lucertolina cyborg, dove sono i tuoi amici? Quanto tempo è passato da quando sarebbero dovuti arrivare subito ad aiutarci?"
"Thomas, finiscila, ti prego altrimenti ti ammazzo io!"
"Ray! Thomas, basta! Basta! Non vi sopporto più!" Ely scoppiò in un pianto disperato "Non ce la faccio più..."
"Ely, scusami! Calmati, ti prego!" Ray cercò di calmarla.
"E' possibile che nessuna guardia venga a controllarvi?" chiese Bretagna ancora in versione lucertola.
"No, dopo che ci hanno portati qui non ne abbiamo più visti, passano solo una volta al giorno, credo, perché qui è difficile determinare le ore e i giorni, portano del pane e del latte e se ne rivanno!"
"Siamo in pessime condizioni.. io non credo di resistere ancora per molto!"
"Ely, ti prego, devi farcela!"
"Un momento... sono arrivati, aspettate, sono arrivati!" disse Bretagna vedendo i suoi amici in lontananza, corse veloce fin a loro.
"Joe...Joe.. sono qui!"
"Bretagna! Finalmente ti abbiamo trovato, dove sono gli ostaggi?"
"Qui dietro, sono tre, due uomini e una donna, la donna è in pessime condizioni, mi ritrasformo così vi aiuto a portarli!"
"No, rimani così, ce la faremo a portali via e tu potrai cercarne altri!"
"Ma come farete a portare tu e Chang via tre persone?"
"C'è François..." disse voltandosi senza vederla "Dov'è Françoise? Chang!
Dov'è Françoise?"
"Era qui accanto a me, lo era fino a un attimo fa... ne sono sicuro, poco fa mi sono girato a guardarla, era qui!"
"Non è possibile!"
"Joe, non urlare, ci sentiranno!"
Joe scomparve e poi riapparve improvvisamente "Non c'è, ho rifatto tutto il tragitto, non c'è...mio dio... come ho fatto a perderla?"
"I tre ostaggi stanno morendo, portiamoli fuori e poi cercheremo Françoise!"
"Si! Bretagna!" obbedì con la morte nel cuore, sapendo di averla persa ed era tutta colpa sua. Presto uscirono dal bunker ed affidarono a Geronimo i tre scienziati.
"Geronimo, pensaci tu io devo tornare lì e cercarla... e cercare gli altri!"
"Andate, non preoccupatevi!"
In quel momento dal passaggio sbucarono Jet, Punma e Albert.
"Amici, amici miei, come state?" chiese Bretagna felice.
"Non lo sappiamo, siamo a pezzi!" rispose Jet con un filo di voce.
"Che vi hanno fatto?" chiese Chang.
"Non lo so, non so nemmeno se ci hanno fatto qualcosa, ci siamo risvegliati in una stanza buia e abbiamo trovato le forze per uscire, ma ci sentiamo terribilmente stanchi..."
"E tristi!" interruppe Albert
"Si tristi..." aggiunse Punma.
"Ma Joe che ci fai qui? Vi hanno disturbato per cercarci?"
"Non riusciresti proprio a indicarmi la strada da dove siete tornati?"
"Perché me lo chiedi?"
"Perché Françoise è sparita mentre vi cercavamo e forse anche lei è lì ora!"
"E' sparita? Santo cielo, Geronimo dammi un bicchiere d'acqua, Joe ti accompagno subito!"
Ma dallo stesso passaggio affiorò in quel momento Françoise, debole e ferita leggermente, Joe le corse incontro, la prese in braccio prima che svenisse e l'adagiò a terra tenendola sempre abbracciata.
"Amore, amore... mi senti? Come stai?"
"Mi sento offeso! Con me non ha fatto mica tutte queste scene!" sdrammatizzò Jet portando un bicchiere d'acqua e porgendolo a Françoise che vedendolo arrivare gli sorrise e prese il bicchiere ringraziandolo.
"Stai meglio?" chiese Joe.
"Si! Mi sento meglio!" sussurrò.
"Cos'è successo?"
"Non ricordo... sono caduta... ho camminato per cercarvi... non vi trovavo, poi ho visto in lontananza Jet, Albert e Punma e li ho seguiti."
"Perché non ci hai chiamati?"
"Non ce la facevo, mi sentivo troppo debole, c'è così poca aria lì dentro!"
"Ha ragione!" disse Albert.
"Ora che ci siamo tutti forse dovremmo andare a cercare gli altri ostaggi!" disse Bretagna.
"No, sono troppo stanchi per farlo!"
"Ma sono in pessime condizioni, dobbiamo aiutarli!" obbiettò
"Va bene, io, te e Chang andremo a cercarli, voi altri andate a riposarvi."
ordinò Joe guardando il viso stanco di Françoise, aveva qualcosa di diverso, forse solo per la stanchezza, per la debolezza, eppure lui la vedeva troppo strana, uno sguardo che non era il suo solito sguardo.
Jet, Françoise, Albert e Punma entrarono in un albergo poco distante dal palazzo dei congressi e lì ognuno scelse una camera e vi si riposò.
Passarono molte ore, Joe, Bretagna e Chang nel frattempo riuscirono a liberarli molti degli ostaggi, ma purtroppo alcuni di essi non ce l'avevano fatta a sopravvivere, la cosa più strana per loro era che fin'ora era tutto andato troppo liscio, eppure qualche guardia nel labirinto l'avevano vista, come mai nessuno aveva notato fin'ora che gli ostaggi erano fuggiti? Perché non avevano trovato il minimo ostacolo? Joe ci pensava e ripensava, tutto gli sembrava troppo facile e troppo misterioso. Oramai la missione poteva dirsi conclusa. Il Professor Adelmi aveva ringraziato la squadra più volte, le autorità Italiane non avevano ben capito come avessero fatto a ritrovare gli ostaggi, si limitarono a setacciare palmo a palmo il bunker con l'aiuto dei cyborg, che non sapevano essere tali, ma non trovarono più traccia di guardie o altro. A quel punto a Joe sembrò ancora tutto molto più strano e insensato. Quale poteva essere il loro piano? Li avevano rapiti e li volevano lasciar morire in quel bunker, si, questa era l'unica cosa chiara, si sarebbe liberati di 9 scienziati tra i più acclamati al mondo, 9 scienziati che stavano cercando di salvare il pianeta e che forse avevano trovato il modo di farlo e questo avrebbe interferito con i piani dei Fantasmi Neri, ma perché... loro erano riusciti a smontare questo piano così facilmente, a liberarli e salvarli senza il minimo problema? Eppure non sono così ingenui da lasciare incustodito tutto. C'era qualcosa in quel ragionamento che non lo convinceva, un buco, non riusciva a capire. Vide Françoise avvicinarsi a lui nella hall dell'albergo in cui alloggiavano.
"Joe!"
"Dimmi tesoro!"
"Quando partiamo?"
"Domani mattina molto presto ...amore... mi dispiace che la nostra Luna di miele sia stata interrotta così bruscamente, mi dispiace tanto!"
Françoise parve trasalire per un attimo poi disse "Non preoccuparti, è ora di tornare a casa" fece un generoso sorriso, poi s'incamminò verso le scale, Joe continuò a fissarla, c'era qualcosa di lei, nei suoi atteggiamenti che lo lasciava perplesso, che non capiva. Scosse dalla testa i pensieri, era troppo stanco, si alzò dalla poltrona della hall e seguì sua moglie in camera.
Quando fu dentro fece per abbracciarla e le diede un bacio sul collo, Françoise si girò e contraccambiò il bacio, ma era in modo freddo, Joe ne fu colpito, era impassibile alle sue carezze, continuò a baciarla pensando che fosse ancora scossa per quello che era successo nel bunker, pur non avendo la minima idea di cosa fosse successo.
Capitolo 10
(L'ultimo ricordo che ho è una parete del bunker, grigia, fredda, umida, sporca... sto correndo dietro a Joe e Chang, stiamo cercando Bretagna, ma all'improvviso sento qualcosa che mi frena, cerco di chiamare Joe, ma una mano mi tiene la bocca e il naso, non respiro più... e poi c'è solo buio, tanto buio e freddo! Ahhhh! che male, una puntura, ho le mani e i polsi legati, sento una fitta fortissima...e tanto...tanto sonno......)
"Hai iniettato subito il siero B?" disse Kusackji al suo assistente.
"Si, signore!"
"Bene! Procedi!"
Il monitor s'illuminò in una stanza semibuia, Françoise sdraiata sul letto sta abbracciando Joe, lui le accarezzava i capelli, lievemente, guardandola le sorrise, lei anche lo guardava e ricambiava il sorriso.
"Da quanto sei sveglia?"
"Non lo so!"
"Ah... allora non hai sentito nulla?"
"Cosa dovevo sentire, Joe?"
"Niente ti ho confessato di avere un'amante...ops... l'ho riconfessato!"
Françoise gli diede un colpo sulla pancia, Joe incassò con una smorfia.
"Sei il solito scemo!" disse scostandosi un poco, Joe la prese per le braccia riattirandola a sé "Non si può mai scherzare con te!" le disse baciandola.
"Puoi scherzare quanto vuoi su quello che vuoi, ma su questo no, e sai perché!" disse severa.
"Ok..ok... ho fatto la battuta sbagliata, signorina non perdono, scusami!"
Françoise sorrise "Va bene ti perdono... solo...se mi dici che stai progettando!"
"Progettando? Io? Ma che dici?" Joe stese le braccia in avanti e cercò di distogliere lo sguardo da lei.
"Mi stai nascondendo qualcosa, tu e tutti gli altri, guarda che l'ho capito sai? Sono tre giorni che complottate qualcosa... dunque... non è il mio compleanno, non è il tuo, non c'è nessun anniversario di alcun tipo nei paraggi che ci riguardi strettamente, non riesco a capire cosa stai facendo!"
"Ma io giuro che non sto proprio facendo nulla!"
"E dovrei crederti?"
"Certo, guarda che ti sei sbagliata, te lo assicuro!"
"E dovrei crederti mentre me lo dici quasi ridendo?"
Joe cercò di contenersi "Ti assicuro Françoise non sto progettando nulla...e comunque non dovresti aver paura delle sorprese! A te piacciono, no?"
"Quindi stai organizzando una sorpresa?"
Joe sembrò imbarazzato, si era lasciato sfuggire qualcosa "Non sto progettando nulla!"
"Allora perché oggi quando sono entrata nel garage tu e Jet avete smesso di parlare e sembravate imbarazzati?"
"Uff... e va bene, ma non dire a Jet che te l'ho detto.... ha conosciuto una ragazza...e diciamo che... è un po' imbarazzato per certe questioni... ma sono cose sue personali!"
"Hum... e perché Geronimo ti ha dato di nascosto una cosa ieri, una cosa non mi hai fatto vedere?"
"Ah... va beh lo confesso, mi aveva passato del fumo!"
"Joe, smettila di prendermi in giro!"
"E tu smettila di chiedere e vieni qui!" la strinse forte in un bacio poi disse "Ti amo curiosona!"
"Anche io ti amo, bugiardo!"
"Gilmour.... caro Gilmour, hai commesso un gravissimo errore, come pensavi che non l'avremmo mai scoperto? Hai lasciato i tuoi cyborg in una tempesta di sentimenti, di emozioni, che li porteranno alla loro stessa fine. Mi basterà solo dare l'avvio a una catena di eventi devastanti, mi basterà soltanto insinuare in ognuno di loro il seme dell'invidia e del sospetto. Le amicizie cadono giù come torri di carta per una donna... e lei è una donna in mezzo a troppi uomini... sarà così facile distruggerli! E il colpevole di tutto questo sei tu, ostinato e incapace Gilmour, li hai strappati a noi e
noi te li distruggeremo uno per uno!"
Capitolo 11
Il viaggio verso casa non fu troppo lungo grazie all'accelerazione del Dolphin. Atterrarono alla base che era quasi il tramonto. Durante tutto il viaggio Françoise era rimasta in disparte a guardare il cielo da un oblò, cosa che lasciò perplesso Joe, ma non volle indagare, la lasciò un po' in pace, in fondo, pensò, che avesse bisogno di capire ciò che le era successo nel bunker, per tentare di ricordare qualcosa. Lui d'altra parte non aveva fatto altro che pensare alla missione appena compiuta, c'era ancora qualcosa che non lo convinceva nel modo in cui tutto si era svolto, troppo tranquillo, liscio e senza ostacoli rilevanti, eccetto le improvvise sparizioni e altrettanto improvvise ricomparse di Albert, Jet, Françoise e Punma e purtroppo nessuno di loro ricordava nulla di quegli istanti. Eppure al contrario di Françoise gli altri non avevano riportato alcun cambiamento dopo la vicenda, erano tranquilli, sorridenti, s'erano lasciati tutto alle spalle, ma lei no, era strana, fredda, pensierosa e distante.
Quando finalmente toccarono terra ad aspettarli alla base c'erano Gilmour e Anne. Françoise non diede molto retta alla sua amica, anzi all'inizio non la guardò nemmeno, fu Anne ad andarle incontro. A Joe ovviamente non sfuggì questo particolare che lo confuse ancor di più.
"Françoise.... allora? Mi devi raccontare tutto della luna di miele!" chiese Anne.
"Ti prego sono molto stanca..." rispose lei girandosi a guardarla con l'aria di chi non sa bene con chi stia parlando, poi aggiunse "Mi stendo qualche minuto, ne riparliamo a cena, va bene...?"
"Va bene! Scusami!" disse Anne un po' imbarazzata per averla disturbata.
Françoise allora s'incamminò verso la sua stanza e Joe le corse dietro "Hei, dove vai?" le disse.
"In camera sono un po' stanca..."
"Quella non è più la tua stanza, vieni con me!" aggiunse portandola alla sua camera "I ragazzi mi hanno aiutato prima del matrimonio... guarda" le spalancò la porta, le due stanze di Joe e Jet erano state unite in una sola, Jet si era trasferito in quella di Françoise, nei giorni della missione aveva pensato Anne e Gilmour a finire il trasloco e ad arredare la stanza in un posto più ampio e confortevole per due sposini, Joe era felice di poterle finalmente mostrare ciò che avevano fatto per lei con tanto amore, ma rimase altrettanto deluso dalla sua reazione.
"Ah.. bello... sono stanca, credo che non cenerò, mi stendo, buonanotte!"
disse soltanto, senza la minima emozione.
Joe scese in sala dove gli altri stavano aiutando Anne ad apparecchiare e disse "Françoise non cenerà con noi stasera!"
"Non si sente ancora bene?" chiese Jet all'amico.
"Non lo so, non la capisco!" rispose lui sconsolato.
"E della stanza cosa ha detto?"
"Non ha detto nulla!"
"Eddai, come non ha detto nulla?"
"Ti assicuro che non ha detto proprio nulla!"
Jet rimase perplesso a pesare le parole dell'amico poi arrivarono gli altri e si misero a tavola.
Toccò quindi a Joe raccontare della loro luna di miele, ma gli sembrava tutto meno bello senza poter parlarne anche con lei, s'era immaginato questo momento, il ritorno, gli amici e loro a ricordare dei giorni bellissimi appena vissuti, ora gli sembrava tutto troppo pesante e triste e non capiva perché.
"Ragazzi, Françoise voleva portare a tutti un regalo, ma, come sapete, non abbiamo fatto a tempo, mi spiace, ci teneva molto..."
"Joe, di che ti preoccupi? Anzi perché non ripartite e finite la luna di miele?" Chiese Jet
"Già, potevate semplicemente rimanere in Italia e continuare il programma, Joe, non capisco, perché siete tornati anche voi?" chiese Gilmour.
Joe parve pensarci un po' poi rispose "Françoise era strana, io avrei voluto, ma poi lei è venuta a chiedermi quando saremmo tornati qui e ho capito che non se la sentiva di restare"
"Ma non le hai chiesto di farlo?"
"No, veramente no!"
"Forse si aspettava che glielo chiedessi, non credi?"
Joe ci pensò un attimo poi disse "Forse, ho sbagliato, ma ormai siamo qui!" un po' amareggiato per non averci pensato prima (Forse è arrabbiata con me perché ho troncato così la luna di miele? Forse per questo non mi parla? Sono stato uno stupido a dar per scontato che lei desiderasse tornare a casa invece che restare, ma è così strana...)
"Dai Amico, non pensarci, puoi ancora rimediare, ripartite!" disse Jet.
"Si! Credo che non sia una cattiva idea, proverò a parlarle!" diede a tutti la buonanotte e si avviò nella camera.
"Anne, hai cucinato, apparecchiato, sparecchiato e ora pretendi che ti lasci fare anche i piatti?" disse Albert.
"Ma non mi pesa affatto, anzi, siamo stati così tanto tempo da soli io e Gilmour che rivedervi è soltanto una gioia" rispose candidamente la ragazza ad Albert.
"Che hai fatto per passare il tempo?"
"Humm.. ho sistemato la stanza di Joe e Françoise, ho sistemato la biblioteca di Gilmour..."
"Ohh... un lavoraccio quello, davvero"
La ragazza rise "Si sì, gliel'ho messi tutti in ordine alfabetico, al professore non pareva vero, ha perfino ritrovato dei documenti che non pensava più di avere!"
"Immagino che ne sarà stato felice, erano secoli che voleva farlo, ma non ne trovava mai il tempo, né tanto meno qualcuno per aiutarlo!"
Poi ogni tanto ho preso la tua auto e sono andata in città.
"La mia auto?"
"Sei l'unico che ha lasciato le chiavi in giro, c'erano anche quelle della moto di Jet, ma io ho troppa paura delle moto!"
"Hai fatto bene!"
Finirono di asciugare i piatti e sistemarli nella credenza le loro mani si sfiorarono per un breve istante e Albert si irrigidì ritirandole subito indietro in un gesto istintivo e un po' impacciato, lei si fermò a guardarlo"Perché mi fissi?" chiese Albert.
"Niente... lascia stare!"
"Anne? Dimmi"
"Non ti sto chiedendo nulla Albert, perché sei così spaventato da me? Ogni tanto sembri più vicino, poi lontanissimo, basta un niente e metti barriere!"
"Anne... non metto barriere..."
"Ma se sei in continuo imbarazzo.... io non voglio che tu ti senta in dovere di fare qualcosa solo perché sono l'amica di Françoise, non ce n'è alcun bisogno!"
"Ma no Anne, che dici, a me piace parlare con te, aiutarti!"
Anne scosse la testa "Non è questo che intendevo!"
"Anne io.."
"Albert, se non ti piaccio, se non provi nulla per me, non è una cosa drammatica, dimmelo, che problema c'è, ma rimaniamo amici, almeno, non essere così freddo solo perché sai che a me piaci, ti assicuro non fa nulla!"
Albert fu stupito delle sue parole "Anne, credimi, tu mi piaci, è proprio questo il problema"
La ragazza spalancò gli occhi "Scusa non afferro, per chi è un problema questo?"
"Lo è per me, mi piaci, ti ripeto, sei carina, allegra, però, la mia vita è complicata Anne, lo sai benissimo come..."
"Lo so, so tutto, Françoise mi ha raccontato tante volte delle vostre missioni, dei pericoli che correte, di tutto quello che avete affrontato, so i suoi timori, i suoi dubbi, so che sono gli stessi che hai tu... io però non ho paura di te".
"Ma hai la tua vita a Parigi, la tua crèperie, io sarei fuori posto, Anne, mi conosci troppo poco, Françoise è diversa da me, Françoise ha sempre saputo trovare il lato positivo in tutto, ma io non ne sono capace."
Anne lo guardò un po' triste poi disse "Non voglio forzarti, magari un giorno ci ripenserai... però adesso non negarmi la tua amicizia!"
Albert sorrise.
Aprendo la porta della camera, Joe, rimase stupito nel vedere che Françoise non stava affatto dormendo, ma cercando un qualcosa nei loro cassetti.
"Tesoro, cosa c'è?" le chiese.
Françoise non l'aveva sentito entrare, cosa che lo lasciò ancor più colpito.
"Niente, sto sistemando le valige" rispose lei, ma le valigie in realtà erano ancora chiuse, Joe le vide subito.
"Françoise, vieni qui un attimo" le disse accompagnandola verso il letto, si sedettero sul bordo poi aggiunse "Lo so che non è stata la luna di miele che desideravi, è durata troppo poco e abbiamo anche dovuto lavorare, però io ti ho riportata qui perché pensavo non ti sentissi abbastanza bene per riprendere il nostro viaggio, se ho sbagliato l'ho fatto solo perché ero in pensiero per te, ti assicuro, quindi se vuoi domani stesso possiamo ripartire e...."
"Io non voglio ripartire" lo interruppe.
"Ah, no?" chiese sorpreso e un po' deluso.
"No, sto bene qui, non me la sento di ripartire!"
Joe la guardò interdetto "Allora non ti senti bene?"
"No, sto benissimo, solo che sono stanca di viaggiare!"
"Va bene, scusami, come al solito non ho capito nulla!" la strinse forte a sé, lei si scostò quasi subito.
Joe ne rimase ferito però la lasciò stare e si preparò per andare a dormire.
Durante la notte lei non gli si avvicinò mai, nemmeno sfiorandolo, Joe non riuscì a chiudere occhio.
Capitolo 12
(Quante stelle stanotte... peccato che Joe sia impegnato per guardarle... sono così belle!... è strano... da quando stiamo insieme ci fermiamo sempre meno a guardare il cielo la notte, eppure quando io gli correvo dietro e lui scappava era sempre qui, su questo scoglio, che ci ritrovavamo a parlare e a scambiarci opinioni, a sognare. Ora che abbiamo fatto passi avanti, ora che stiamo insieme, senza ma, né se... abbiamo meno tempo per questo, che cosa strana.... chissà perché... forse perché prima ci aggrappavamo a questo momento solo nostro? Mentre ora è troppo scontato? Non ho mai avuto una vera storia d'amore, almeno non come questa che vivo ora, niente di paragonabile. Come si mantiene viva la passione? L'amore... oddio... sembra che stiamo insieme da 10 anni.... eppure ho paura, perché a lui ci tengo, perché lui è tutto per me, potrei un giorno stancarmi? Potrebbe un giorno lasciarmi? Cosa ci riserverà il futuro? Non credo che il nostro amore sia eterno solo perché siamo due cyborg, sarebbe troppo triste se fosse così... uff, ma che vado a pensare? Joe mi ama, non solo perché viviamo nella stessa condizione, me l'ha ripetuto troppe volte, se sentisse i miei pensieri me ne direbbe di tutti i colori e avrebbe ragione, ancora ho dubbi su di lui.... e invece ormai me l'ha dimostrato... lo so che mi ama, devo tranquillizzarmi... uff... è una parola.... l'amore è imprevedibile... e se mi stancassi io? E se mi innamorassi di un altro? Naaa.... ma che vado a pensare... non ci riuscirei, chi mi farebbe battere il cuore sorridendomi? Chi mi farebbe bollire il sangue guardando un'altra donna? Oddio, se mi sentisse.... che brutta la gelosia, e io che la reprimo per non farmi prendere in giro... che fatica... che fatica l'amore, che fatica essere innamorati...però... quant'è bello esserlo!) Françoise seduta su uno scoglio guarda il cielo, la sua immagine proiettata su un freddo monitor (Magari ora si è accorto che sono qua, magari sta arrivando lentamente per non farsi sentire... beh se è così è bravo, non lo sento... uff... eddai vieni... lo so sarebbe bastato dirgli... Joe mi accompagni fuori?.... che stupida... mi aspetto sempre che ci pensi da solo... ma noi donne soffriamo di mania da romanticismo... hehehe... ha ragione Jet, siamo complicate! Altro che gli uomini... loro quello che vogliono lo dicono, noi ci giriamo attorno perché non ci basta che lo facciano, devono capire da soli cosa vogliamo da loro... abbiamo sempre un pizzico di insoddisfazione... chissà perché? Perché ci aspettiamo sempre quel qualcosa in più? Forse perché noi quel qualcosa in più sappiamo sempre tirarlo fuori per loro? Forse perché sogniamo troppo, vogliamo essere stupite, perché sennò non ci sentiamo completamente amate e gli uomini a fatica riescono a starci dietro... certo non vale per tutti.... ma per molti è così, ci mettono tanto a capire che amare una donna è un mestiere.... amare una donna è un mestiere... una frase tipicamente da Albert... si lui direbbe proprio così se mi sentisse.... e Bretagna risponderebbe "Io sono stato licenziato!" Ma guarda... rido da sola... il mare... quant'è bello, calmo... c'è tutto un mondo dentro....e lui è calmo... accidenti io sono proprio così.... dentro frullano una marea di pensieri e io sono calma.
Tant'è che Joe non si rende nemmeno conto di quanti viaggi mi faccio da sola nella mia testa! Però mi fa un po' tristezza pensare che magari potremmo restare insieme tutta la vita ma guardando giorno per giorno il nostro amore esaurirsi... la passione spegnersi... eppure succede a tante coppie, perché non dovrebbe succedere a noi? Vorrei sapere tutti i segreti dell'amore, per non rischiare mai una così brutta fine, vorrei che anche lui li scoprisse, per non rischiare di stancarmi io. Ma perché penso a queste cose? Ma che ho per la testa? Penso all'amore delle persone comuni, ma non siamo comuni....non avremmo mai un futuro comune a tutte le altre coppie... oddio, ragiono come Joe, però è vero... non avremo mai un figlio nostro... questo potrebbe dividerci o unirci ancora di più? Ma perché ci penso? Uff... quanti perché.. .però sarebbe bello avere un figlio, vedere in lui l'incontro dei nostri pregi e difetti, riconoscere in un suo sguardo lo sguardo di Joe, in un suo sorriso il mio sorriso e dire "Ohh... guarda, ti assomiglia.... dai guarda mette il broncio come te... ma no.... sorride proprio come te..."si, sarebbe bello... vederlo crescere... i suoi dubbi, i suoi timori e noi a confortarlo, aiutarlo, spronarlo... ma questo non avverrà mai ed è già una parte di amore che non condivideremo mai, non ci appartiene... e questo quanto influirà su noi? Vorrei spegnere questa maledetta testa e non pensare più... vorrei davvero smetterla di pensare a queste cose perché so che sono solo le mie paure che sbucano fuori all'impazzata e mi distruggono... mi sconvolgono e lui si chiederà... ma dove diavolo è finita? E mi bacerà trovandomi qui e mi dirà che ama solo me, come sempre... e se gli dicessi che mi fa male pensare che non avremmo mai un figlio mi dirà che a lui non importa perché basto io, perché mi ama e basta... ma forse anche lui vorrebbe averlo e ci sta male e non me lo dirà mai... oh mio dio, mi fa male la testa....)
"perché questo faccino triste? Ti ho fatta aspettare troppo?"
"Joe!" (Ecco... ha capito cosa volevo ed è venuto... ha capito che ero qui... e io che pensavo non ci avrebbe pensato mai... ecco cos'è l'amore.... desiderare qualcosa che l'altro capirà senza che tu debba dirglielo e farà per te, perché ti ama... allora noi siamo perfetti... almeno finché lo vorremmo, va bene così.... ma si, baciami Joe, fammi sentire che non devo avere paura del nostro futuro... e dei miei pensieri contorti).
"Sta ancora blaterando?"
"Sì, signore... sta pensando... non ho mai viaggiato nella mente di una donna... è un percorso che ti tocca!"
"Ma che diamine stai dicendo! Non è un film commovente questo e lei è un nemico, è un robot nemico! Torna a lavorare, idiota!"
(Sarà anche un robot....ma con dei pensieri toccanti!) pensò l'assistente.
Capitolo 13
"Hummm... questa crostata è eccezionale Anne..."
La ragazza arrossì "Grazie Albert... ho imparato a prendere gli uomini per la gola!"
Albert la guardò sorpreso "Eh! Immagino allora le conquiste!" ironizzò.
"Dai, sto scherzando...!"
"Anche io!" sorrise, le piaceva davvero tanto Anne, ma non si sentiva pronto per una storia seria con lei, preferiva rimanerle amico.
"Buongiorno!" salutò Françoise entrando in cucina "Cosa c'è di buono?" chiese ad Anne.
"La tua amica è una cuoca straordinaria... ha fatto una crostata di mirtilli che è da svenimento"
"Albert... dai!" lo fermò Anne.
"Humm... non ho proprio voglia di crostata, preferisco un caffè... grazie!"
"Va bene te lo preparo subito!"
"Grazie, ma ci penso da sola!" rispose bruscamente all'amica.
"Beh.. ragazze vi lascio sole, vado a sistemare la mia auto..."
"Che avrebbe la tua auto?" chiese Anne ad Albert.
"La frizione un po' lenta... eh le donne!"
"Ah gli uomini!" borbottò lei.
Albert rise e se ne andò dalla cucina.
"Mi sembra che tu e Albert siate troppo in confidenza!" disse con voce fredda Françoise all'amica.
"Macché... non vuole una storia d'amore, siamo solo amici".
"E tu la vorresti?"
"Io mi son presa una bella cotta!" sorrise.
"Allora direi che è il momento che te ne torni a casa, non credi?"
Anne la guardò stupefatta "Scusa, ma che stai cercando di dirmi?"
"Ti sto dicendo che devi ritornare a Parigi, qui sei fuori posto, come puoi pretendere che Albert s'innamori di te, così lo distrarrai, è meglio che tu ritorni da dove sei venuta, sei di troppo!"
Anne non credeva alle sue orecchie, la sua migliore amica, la stava cacciando via nel modo che mai avrebbe pensato.
"E ricordati che Albert... ama me!" aggiunse.
Ora Anne era sconvolta "Françoise tu non sai cosa dici!"
"Invece lo so, ora con te forse vorrebbe dimenticarmi perché sono sposata, ma mi ama, qui tutti amano solo me!"
"Françoise.... per il bene che ti voglio, per l'amicizia che c'è tra noi, io ora me ne vado, prenderò il primo aereo disponibile per Parigi, ma tu... sappi... che mi hai profondamente delusa". Dicendo questo, Anne corse verso la sua stanza, incrociando Joe sul cammino che la fermò davanti alla porta
"Hei... Anne...Anne che ti prende?"
"Scusami Joe, non è successo nulla..."disse entrando velocemente nella sua stanza, stava piangendo.
Allora Joe si avviò verso la cucina e vi trovò Françoise "Buongiorno amore, ti sei svegliata presto, potevi svegliarmi!"
"Dormivi profondamente ho lasciato stare!"
"Ho visto Anne adesso, era sconvolta, hai idea di cosa le sia successo?" Joe si versò un po' di caffè nella tazzina.
"Credo abbia litigato con Albert!"
"Ah... magari vai a parlarle!"
"Credo che se la possa cavare da sola!"
"Françoise... è la tua migliore amica!"
"Va bene, ci andrò più tardi! Ora vado a fare una passeggiata, a dopo."
Joe posò velocemente la tazzina sulla tavola e afferrò Françoise per un braccio "Ma che diamine ti succede? Sei un pezzo di ghiaccio? Che t'ho fatto?"
"Joe mi fai male, lasciami!"
"Non ti sto stringendo, non posso farti male, non te ne farei mai!"
"Lasciami il braccio!" Joe lo lasciò
"Cosa ti prende? Ce l'hai con me? Dimmi perché!"
"Sono stanca delle tue continue domande... cos'ho, cosa non ho!"
"Io voglio solo aiutarti, non t'ho mai vista così..."
"Aiutarmi? Allora lasciami in pace!"
"Françoise... ma ti ricordi chi sono io!"
"Certo che me lo ricordo Joe..."
"Intendo... ti ricordi che siamo sposati?"
"Me lo ripeti ogni minuto come potrei scordarlo?"
"Sicura che te ne ricordi? Non si direbbe da quando siamo tornati qui!" la voce di Joe si era fatta più sussurrata e tagliente.
"Dove vuoi arrivare?"
"Non abbiamo più un istante di intimità da quando siamo tornati qui, perfino se ti abbraccio ti scansi..."
"Vorresti forse costringermi a fare qualcosa che non mi va di fare?"
"Non lo farei mai, lo sai benissimo! Però vorrei che mi spiegassi perché..."
"Non c'è nessun perché... voglio solo essere lasciata in pace!" dicendo questo se ne andò dalla cucina, lasciando Joe più confuso e triste.
Capitolo 14
"Sei bellissima!"
"Per te sono sempre bellissima!"
"Ma è la verità"
"Lo diresti comunque...."
"E' serata di paranoie?"
"Hum... finiscila..."
"Io vorrei tanto sapere... perché non sai semplicemente accettare un complimento per quello che è!"
"Va bene, Joe, grazie!"
"No.. no non ci siamo..." le prese la testa fra le mani guadandola dritta negli occhi "Fra tutte le stelle dell'universo, le pietre più preziose, le rose più splendide... tu sei la sola che io potrò mai definire bellissima!"
Françoise ora sorrideva "Ti amo!"
"Ti amo!" rispose lui baciandola
"...Joe... "
"Dimmi..."
"Niente..."
"Humm.... perché non ti liberi dei pensieracci nella tua testa? E meno male che prima ero io ad avere dubbi e paure!"
"Ma non su quello che provo per te, ho solo paura che possa finire...."
"Finire? E' stato così duro iniziare.... che non potrà mai finire.... a meno che tu non cambi... non potrà mai finire!"
"E se cambiassi? Chi lo sa cosa può accadere... un giorno!"
"Perché ci pensi ora? Viviamolo giorno per giorno... questo me l'hai insegnato tu.... non facciamoci male inutilmente"
Françoise sorrise "E' vero te l'ho insegnato io e ora io ho paura!"
"Cancelliamole tutte queste paure!" le disse abbracciandola... il ricordo sfumò in un sogno... anzi in un incubo...si fece tutto nero, Françoise in un angolo piangeva "Perché...perché mi hai fatto questo?" ripeteva incessantemente piegata per terra "Perché?" sullo sfondo del sogno Joe abbracciato a una donna teneva in braccio un bambino... "Noooo....JoeEEEEEEEEEEEEE" si risvegliò di soprassalto nel letto, Joe l'abbracciò per calmarla "Che è successo? Cosa hai sognato?" le chiese "Nulla... nulla..."
"Françoise... urlavi il mio nome!"
"Non mi ricordo Joe... stringimi... non ricordo.... stringimi...."
"Albert, ti disturbo?"
"No Joe, vieni pure, sto dando una sistematina alla macchina!"
"Vedo!"
"Beh? Che hai amico?"
"Humm... io? No, niente, tu piuttosto, come mai hai litigato con Anne?"
Albert sbucò da sotto la macchina guardandolo con gli occhi spalancati "Che ho fatto io?"
"Non hai litigato con Anne?"
"A meno che non soffra di amnesia, no, non l'ho fatto, ma chi te l'ha detto?"
"Françoise"
"Cosa? Ma scherzi? Abbiamo anche fatto colazione insieme noi 3 e io e Anne scherzavamo facendoci battute sulla macchina!"
"Ma ho visto Anne piangere rientrando in camera!"
"Piangeva?? Io le ho lasciate da sole in cucina!"
"Mi stai dicendo che ha litigato con Françoise?"
"Joe, non lo so con chi ha litigato, ma certamente non con me, comunque andiamo a parlarle!"
Joe si girò vedendo in lontananza Françoise e Jet passeggiare insieme sulla spiaggia "Vai tu, poi raccontami quello che t'ha detto, io vado a fare un giro in città è meglio che mi schiarisca le idee..."
"Ma che succede, Joe?"
"Niente, sono solo molto nervoso, è meglio che mi calmi!"
si avviò alla sua auto e dopo poco era già corso via lungo la strada, Françoise non si girò nemmeno a guardarlo.
"Che fretta che ha Joe!" disse Jet
"Avrà da fare!"
"Avrà da fare?"
"Già... magari Gilmour gli ha chiesto di andare in città.."
"Già... può darsi!... Allora? Che volevi dirmi?"
"Non volevo dirti nulla, volevo solo passeggiare con te!" sorrise
"Ah... pensavo che..."
"Che?"
"No.. niente... tranquilla... è proprio una bellissima giornata."
"Si è vero! E' un peccato non far nulla in una giornata così!"
"Che vuoi dire?"
"Che mi annoio... magari potremmo andare in città, ti andrebbe di accompagnarmi?"
"Ma Joe è appena uscito, perché non sei andata con lui?"
"Oh lui ha da fare... dai andiamo a fare un giro!"
"Ma.."
"Dai... non preoccuparti..."
"Va ben... mi vado a preparare!"
"Io sono pronta... ti aspetto!"
Jet si avviò alla sua stanza perplesso.
Toc.. toc...
Toc.. toc...
"Anne, lo so che sei in stanza... sono Albert, posso?"
Ci fu un minuto di silenzio poi Anne girò la chiave e aprì, i suoi occhi tristi rivelavano di aver pianto fino a poco prima, Albert vide subito sul letto la valigia aperta "Che stai facendo?" le chiese.
"E' ora che ritorni a casa, Albert! Devo tornare alla crèperie!"
"Non è per questo che vai via!"
"Si, invece..."
"E allora perché piangi?"
"Perché mi mancherete, mi mancherai... ma devo andare!"
"Anne" disse guardandola negli occhi "Siamo amici, è vero? Hai detto che volevi la mia amicizia, allora dimmi che è successo con Françoise!"
Anne abbassò lo sguardo "Non è successo nulla... sono io che devo andare via!"
"Non ti credo!"
"Albert, per favore...io sono fuori posto qui, devo tornare alla mia città... al mio posto!"
"E' questo che t'ha detto? Anne.. ti ha detto di andartene???"
"Ma scherzi? Françoise non l'avrebbe mai fatto! Sono io che l'ho deciso e ora per favore... voglio finire le valige"...
Albert scosse la testa "Quando hai l'aereo?" le chiese.
"Domani mattina"
"Ti accompagno e non voglio sentire scuse!"
"Va bene... ma non dire niente agli altri, lo farò io!"
Albert uscì dalla stanza stranamente nervoso chiese a Bretagna dove fosse Françoise e lui rispose che era appena uscita con Jet. "E Joe?" domandò ancora.
"E' uscito anche lui prima... ma non con loro!"
"Va bene vado a fare un giro anche io!"
Capitolo 15
A Joe non parve vero. Camminava distratto tra le vetrine del centro, cercando di svuotare la testa dai pensieri che aveva e calmarsi quando in lontananza vide Jet e Françoise ridere insieme. Sentì un bruciore all'altezza del cuore, una fitta di gelosia che mai aveva sentito prima, così forte almeno, mai. Eppure si fidava di Jet e doveva stare tranquillo, perché invece aveva voglia di andare lì, sorprenderli e prendere a pugni il suo migliore amico? Decise che l'unica cosa da fare fosse ritornare alla base e non guardarli più, ma Jet lo vide e lo chiamò "Ehi, c'è Joe!
Joeeeee.... Joeeee... siamo qui!"
Non poté fingere di non vederli e gli andò incontro.
"Che combini amico?"
"Nulla e voi?"
"Stavamo facendo un giro era un peccato rimanere a casa con questo bel sole!" disse lei.
"Già... visto che tu sei uscito l'ho accompagnata, te la controllo io, hehehe!"
"Di sicuro l'hai controllata bene!" ironizzò Joe.
"Humm... beh allora io adesso posso tornare a casa, Françoise torni con Joe?"
"Ma non potremmo andare tutti e tre a prendere un caffè, che ne dite?"
Joe capì che non voleva restare da sola con lui "No, io ho ancora da fare.... Jet ti prego riaccompagnala tu a casa!" disse guardando Françoise che non era minimamente dispiaciuta per la sua scelta.
"Ah! Va bene, Joe!"
Joe si voltò senza salutarla... si girò improvvisamente verso Jet e disse:
"Divertitevi!" e si incamminò verso la sua auto... Jet rimase di stucco vedendolo andar via e ancor di più guardando Françoise che gli sorrideva dicendo semplicemente: "Beh? Andiamo?"
"Françoise... è successo qualcosa che non so?"
"No, cosa?"
"Hummm.. ma ti sembrava normale Joe?"
"Che ha di strano?"
"Françoise.... dimmelo se avete litigato..."
"Ma no, assolutamente! Dai basta pensarci andiamo, ho voglia di una cioccolata calda, me la offri?"
"Va bene, andiamo!" ma non era affatto convinto.
(Uff... Sono stanca, basta così per oggi!) da un monitor Françoise seduta a terra si levava le scarpette da danza e spegneva lo stereo (Ho ballato più di 3 ore, dovevo scaricare l'ansia! Ne ho bisogno tutte le volte che si torna da una missione, accumulo tensione, rabbia, tristezza e la sfogo poi ballando! E' la mia medicina... l'unica cura, per sopravvivere. Questa volta ho avuto molta paura, Joe stava per essere ucciso, quando l'ho visto colpito a terra ho tremato di paura, sentivo lo stesso suo dolore senza essere stata colpita. Anche questo è l'amore... soffrire con lui! Non siamo due persone comuni... i ragazzi della nostra età vanno a scuola o lavorano di già, escono la sera a ballare, noi combattiamo... e tra una missione e l'altra cerchiamo di sentirci comuni per dare un senso alla nostra vita! Non dovrei lamentarmi, infondo io e Joe siamo fortunati nella sfortuna... ma come fanno ad andare avanti gli altri? Come fanno a dare un senso a tutto? Un giorno vorrei chiederlo ad ognuno di loro... ma forse riaprirei solo inutili ferite. Sono le 19... Gilmour dovrebbe ormai aver curato la ferita di Joe... forse dovrei andare in laboratorio da lui... ma mi sento così... ho paura... vivrò nella paura per sempre? Dal giorno in cui Joe mi ha chiesto di sposarmi non faccio altro che tormentarmi con queste paure... l'ho voluto io... e ora perché mi tiro indietro? Il matrimonio è un passo importante per tutti... devo solo ammettere a me stessa che è normale avere paura di sbagliare.... di soffrire... è meglio che vada da lui, avrà bisogno di me!) si alzò da terra, si mise una tuta leggera addosso e si avviò al laboratorio, incontrò Gilmour davanti alla porta "Professore... sta meglio?"
"Sì, mia cara, presto si sveglierà, stavo venendo a chiamarti!"
"Allora posso entrare?"
"Certo, va pure"
(Lo guardo sdraiato sul letto, dormiente, il suo volto è così bello, sembra stia solo dormendo, chissà se sente dolore, chissà se si è accorto che sono qui, se sente il mio profumo, come sono fredde le sue mani! Ho paura di svegliarlo, mi sembra così indifeso in questo momento... non si direbbe che le sue mani siano di acciaio... forse gliel'ho stretta troppo... ha aperto gli occhi, mi sorride, quant'è bello.... è proprio bello... ed è mio.... sono proprio fortunata)
"Sei stata qui tutto il tempo?" sussurra Joe
"No, sono qui da pochi minuti, ti ho svegliato?"
"E' sempre un dolce risveglio con te!" (sorride come un bambino, se penso a quando è in battaglia, col suo sguardo duro e attento... è un'altra persona con me... è felice).
"Pensi sempre troppo... lo vedo sai? Che macini...macini...pensieri e illusioni... sto bene... non mi sono fatto nulla, smettila di pensarci!"
(E come sempre ha capito tutto!)
Capitolo 16
In tarda serata Jet e Françoise fecero ritorno alla base, lei si fermò in cucina mentre Jet risalì le scale verso la sua stanza ed incontrò Joe.
"Vi siete divertiti?" chiese lui bruscamente.
"Joe! Mi hai quasi spaventato!"
"Beh? allora? Vi siete divertiti?" era davanti a lui appoggiato di schiena alla parete e guardava Jet con aria di sfida.
"Si... ma che ti prende Joe?"
"Nulla... volevo solo sapere..."
"No, no aspetta un momento... io ti conosco... levati quei pensieri dalla testa"
"Non ho nessun pensiero per la testa, scusami... scendo giù" fece per andarsene, ma Jet lo fermò afferrandogli la camicia.
"Ehi, amico, ma che diamine sta succedendo tra di voi? E perché io mi sento in mezzo a qualcosa che non so classificare, ma che scotta?"
"Non ti ci ho messo io in mezzo!"
"No, ma qualcosa è successo? Mi vuoi spiegare?"
"Pensavo che lei ti avesse spiegato!"
"No, lei dice solo che non c'è niente... che è tutto tranquillo... ma a me non sembra proprio!"
Joe abbassò lo sguardo capendo che anche Jet era all'oscuro di tutto come lui.
"Non ti sembra strana, Jet?"
"Si che è strana... anzi... è completamente strana... ma perché?"
"Non lo so.... non la capisco... con me è un pezzo di ghiaccio e poi con voi la vedo ridere.... ma ogni volta che provo a parlarle mi tratta con indifferenza... o evita il discorso..." Joe cominciò a piangere "Non ci sto capendo nulla, credimi, non so cosa le ho fatto, non so perché lei mi stia facendo questo!"
"Non è che t'ha sorpreso con qualche altra donna?"
"Jet non ho voglia di scherzare...!"
"Scusami... davvero... proverò a parlarle io se vuoi... magari riesco a capire cos'ha!"
"Grazie..."
"Andiamo a cena ora..."
"No, non ho fame... ci vediamo dopo!" e si ritirò nella sua stanza.
"Assaggia Françoise, assaggia.." Chang sporgeva un cucchiaio di sugo a Françoise che assaggiò sorridendo.
"E' ottimo Chang, davvero, ottimo!"
"Anne mi ha suggerito un ingrediente... ora la mia ricetta speciale è perfetta"
"Te l'ha suggerito, Anne?"
"Si, straordinaria!"
"Humm... me l'aspettavo...."
"Cosa?"
"Niente ha voluto solo dimostrarti che lei è più brava di te a cucinare però... ti assicuro che per me tu resti sempre il migliore!" disse dandogli un bacio sulla guancia e lasciando Chang interdetto.
Albert in quel momento entrò nella cucina e chiamò Françoise "Devo parlarti!"
"Va bene, andiamo in terrazza" si avviarono... la luce della luna era molto forte "Che volevi dirmi?"
"Mi spieghi cosa è successo tra te e Anne?"
"Non è successo nulla che devi sapere, Albert!"
"Invece devi spiegarmi!"
Un lampo di cattiveria fece capolino negli occhi di Françoise "E va bene.... sto male anche io è giusto che tu lo sappia.... ho sorpreso Anne e Joe!"
Albert trasalì "Ma che diamine stai dicendo, Françoise!"
"Ti dico solo la verità, Joe va spessissimo da lei e così l'ho seguito e li ho visti abbracciati! Ci hanno presi in giro entrambi, le ho detto di andar via per salvare il mio matrimonio... e spero se ne vada presto!"
Albert non poteva crederci "Françoise dimmi che stai scherzando, ti prego, non posso crederci!"
"Succede fin troppo spesso, mi ero illusa che Joe fosse cambiato, ma non è così.... e la ferita peggiore me l'ha data la mia cara migliore amica".
Albert non le rispose, vide Jet entrare in cucina e corse da lui "Tu lo sapevi?" gli chiese a bassa voce "Sapere cosa?"
"Di Joe...di Anne"
"Ma che stai blaterando?"
"Tu lo sapevi e dovevi dirmelo"
"Ma dirti cosa?"
"Vai al diavolo anche tu!" aveva urlato spingendolo contro la parete, uscì in fretta dalla cucina e si avviò alla sua stanza.
"Qualcuno vuole spiegarmi cosa è successo?"chiese Bretagna rientrando con Geronimo e Punma in quel momento.
Chang rispose "Io non lo so proprio"
Jet non si era accorto che in terrazza c'era Françoise, si sistemò con un gesto la giacca, sbuffò e seguì Albert.
Bretagna, Punma, Geronimo e Chang si riunirono intorno al tavolo... con aria stupita, Françoise li ridestò dicendo "Tipico... non vi hanno detto nulla... sembra che solo loro siano importanti... loro fanno, disfano e voi a obbedire... ribellatevi.... siete forti quanto loro.... e più intelligenti!
Si sentono superiori... ci vedono deboli.... ma non lo siamo! Non lo siamo!"
la sua voce era come una lenta cantilena.... e così bassa che sembrava penetrare nel loro cuore... li aveva ipnotizzati e condizionati... erano pronti per attaccarsi l'un con l'altro, ma ancora qualcosa mancava per rendere perfetta la trappola "Anche Gilmour... anche lui vi ritiene inferiori.... solo Ivan è importante per lui.... neanche un grazie per voi che combattete senza gloria... ribellatevi... ribellatevi!"
Capitolo 17
Ivan si svegliò in un pianto violento, Gilmour gli si avvicinò subito.
"Professore, sta succedendo una cosa terribile, Professore, deve fermarli!"
"Ivan, che succede? Chi devo fermare?"
"Sono impazziti.... e la colpa è di Françoise... o meglio, la colpa è di ciò che sembra lei"
"Ivan parla chiaro...!"
"Non è la nostra Françoise... è un cyborg, ma non lei... ha scatenato una guerra, sono tutti gli uni contro gli altri, Geronimo, Punma, Bretagna e Chang vogliono ucciderci... Tra Albert, Jet e Joe sta succedendo la tragedia...!!!"
Gilmour corse a chiudere a chiave la porta della stanza ma fu un gesto inutile, Geronimo la sfondò solo con un colpo.
"Ivan, che facciamo?" chiese.
Intanto nelle stanze di sopra Albert aveva detto ciò che sapeva a Jet e volevano andare a parlare direttamente con lui, ma non trovandolo nella sua stanza aprirono quella di Anne, trovandoli a parlare, gli si avventarono contro.
"Ma che diamine fate? Calmatevi! Calmatevi!!" urlava Joe cercando di difendere Anne dalla furia cieca dei due.
"Ma come avete potuto? Come???"
"Non abbiamo fatto nulla...non abbiamo fatto nulla" urlò Anne piangendo...
il panico si stava diffondendo.
Ivan si materializzò davanti a loro dandogli una scarica elettrica "Finitela!
Siete stati tutti ingannati, non è Françoise, ma un cyborg nemico, andate ad aiutare Gilmour, sta per esser ucciso da Geronimo. Fate Presto! Fate presto!" erano le ultime forze di Ivan che si accasciò a terra svenuto, la finta Françoise lo aveva reso quasi del tutto inoffensivo grazie ad un apparecchio che interferiva con la sua mente. Non poteva più far altro.
Joe, Albert, Anne e Jet rimasero qualche secondo scioccati da quelle parole.
Poi Anne urlò: "Penso io a Ivan, correte dal professore!"
Così fecero, ma Gilmour era già ferito. Stordirono i 4 amici con una scarica di laser a bassa potenza, Albert e Jet sollevarono il professore che disse:
"Siamo in pericolo... trovatela e rendetela inoffensiva!"
Dalla stanza di Anne ci fu un urlo, Joe corse subito lì seguito da Albert e Jet, Françoise o ciò che sembrava lei li stava aspettando con Anne svenuta fra le braccia e una pistola laser all'altezza della testa della ragazza "La ucciderò..." disse.
"Lasciala o te ne pentirai!" disse Joe "Dov'è Françoise? Dov'è la vera Françoise?"
"Sono io la vera Françoise" rise diabolicamente.
"Dov'è Maledetta?"
"Rassegnati! Sono io!"
Joe le puntava la pistola contro, avrebbe potuto sparare e riuscire comunque a salvare Anne, ma un dubbio lo lacerava e se fosse stata veramente Françoise , magari ipnotizzata o riprogrammata per ucciderli tutti? Poteva mai perdonarselo?
In quel momento il ghigno di Françoise si fece più cattivo in fretta gli puntò la pistola contro e premette il grilletto, Joe riuscì a scansarsi in tempo, ma fu ferito a un braccio.
"Joe, spara!" gli urlò Jet... il cuore di Joe battè all'impazzata... ma non c'era altro da fare se non sperare che quella davanti a lui non fosse veramente Françoise, premette il grilletto e in accelerazione salvò Anne dalle grinfie del cyborg nemico prima che esplodesse.... ed esplose in mille pezzi.
A Joe parve che il cuore si fosse fermato... non poteva guardare... Gilmour corse nella stanza e guardò attentamente tra i resti del cyborg, si voltò dopo alcuni minuti verso i tre ragazzi che non avevano il coraggio di chiedere nulla, disse: "Non è lei.... non è lei!" Ora piangevano tutti e 4, Anne si risvegliò e cacciò un urlo, le spiegarono tutto, risvegliarono Geronimo, Bretagna, Chang e Punma e liberarono Ivan dal congegno che bloccava la sua mente. Si riunirono tutti appena possibile.
"Sono riuscito ad isolare il congegno vitale del cyborg nemico, lo terrò funzionate, è l'unico modo che abbiamo per sperare che chi ha rapito Françoise pensi che il suo piano sta procedendo tranquillamente. Joe... dobbiamo cercare di capire quando può essere stata rapita!"
"Non c'è bisogno, lo so già... è stato dentro al bunker, mentre cercavamo Bretagna." Rispose.
"Anche noi siamo stati rapiti" disse Jet riferendosi a lui, Albert e Punma.... forse è meglio se vi togliate il dubbio e ci controlliate professore... potremmo noi stessi essere stati sostituiti!"
Joe guardò il suo amico e disse "Voi non siete cambiati, ma è meglio levarsi ogni dubbio, potrebbero comunque avervi inserito qualche congegno! Ivan, ti prego dammi qualche notizia confortante almeno tu!"
"Non riesco a sentirla, mi dispiace!"
"Come dobbiamo procedere?" chiese Punma.
Joe alzò gli occhi al soffitto, erano occhi pieni di lacrime e dolore.
Dentro di lui si sentiva in colpa per non averlo capito prima, per aver dubitato di lei, avrebbe dovuto capire fin dall'inizio che quella non era Françoise, non riusciva a darsi alcuna scusante... e il pensiero che lei ora poteva essere chissà dove e in chissà che stato lo schiacciava, ma doveva reagire... scrollò la testa e disse: "Appena sarete stati controllati partiremo per Roma. Ovunque sarà, la troverò!"
Capitolo 18
(Oggi fa più freddo del solito, piove da ore. Non posso fare a meno di pensare a Bretagna, l'ho visto chiaramente piangere, ma quando mi sono avvicinata ha sfoderato un caloroso sorriso e si è dileguato senza che potessi chiedergli nulla. Mi fa male pensare che i miei amici possano essere tristi. Sono sempre allegri, sorridenti, ma dentro di loro non è così. Vorrei poter realizzare i loro sogni come loro cercano di realizzare il mio. Si sono sempre fatti testimoni del mio amore per Joe, mi hanno aiutata anche senza far nulla, basta solo un sorriso per sostenere un amico. Io però non so i loro sogni e forse ha ragione Gilmour... non posso occuparmi di tutti da sola, non posso pretenderlo da me stessa... però mi dispiace vorrei che anche loro avessero qualcuno d'amare... soddisferanno mai la loro voglia di innamorarsi? Sentiranno mai quel qualcosa che sale dallo stomaco alla testa, che ti fa girare i sensi per ogni piccola carezza... se potessi esprimere un desiderio chiederei che anche loro fossero felici quanto me in questo momento... Ecco arriva Joe, sento il suo sguardo e il suo sorriso, mi ha vista nel cortile, sta arrivando... dovrei essere arrabbiata con lui, mi sta tenendo qualcosa nascosto, però stavolta non ci riesco, ho come la sensazione che sia una sorpresa stupenda.... ma chissà che ha in testa!)
"A che pensi?"
"Humm.. guardavo l'oceano..."
"No, no, ti conosco... tu pensi sempre... pensi, pensi e pensi..."
Françoise rise "Penso a te..." disse chiudendo il discorso con un bacio.
"Anche questo pezzo... assemblalo con gli altri!" disse Kusackji.
"Ma cosa ne farà di questa specie di film?" domandò l’assistente.
"Tu non preoccuparti, assembla, so io cosa farci!" disse il professore uscendo dallo studio "Sì, signore!" rispose l'assistente con aria stufa, gli dispiaceva assistere a quei pensieri, stava violando i segreti di una persona, di una donna innamorata e anche se era solo un cyborg si sentiva in colpa lo stesso. Ricominciò ad assemblare come gli era stato ordinato.
"Joe, Joe... fermati, non vorrai andare lì da solo? Sei pazzo? Metti in pericolo la tua e la sua vita! Dobbiamo aspettare!"
"Jet.. io non aspetto nulla!"
"Ragiona... dobbiamo prima studiare la cartina, la polizia ce la fornirà al più presto, dobbiamo avere pazienza!"
"Va bene, va bene..."
"Guarda sta arrivando il comandante, andiamo a parlarci!"
"Si, arrivo, lasciami un momento solo!"
"Va bene, ma stai tranquillo, la ritroveremo!"
"Lo so, Jet! Lo so, grazie!"
Jet rientrò dentro all'albergo, ma mentre apriva la porta della sala dove gli altri cyborg si erano riuniti con il comandante della polizia per studiare la cartina un dubbio lo scosse, corse di nuovo fuori e di Joe non c'era più traccia "Dovevo aspettarmelo... testardo che non sei altro!!!"
Joe fermò l'accelerazione davanti all'entrata del bunker, da quel momento in poi avrebbe dovuto muoversi con molta cautela anche se qualcosa gli diceva che sarebbe comunque stato inutile. Percorse un lungo tratto del passaggio senza riuscire a trovare nessuna traccia utile, c'era un silenzio
assordante, nemmeno i suoi passi producevano alcun suono, cercava invano un segno, il più piccolo indizio che gli rivelasse dove lei si trovava, ma nulla, solo pareti grigie e vuote, strette, aria stagnante e molto caldo. Si allentò il nodo della sciarpa, la sentiva terribilmente pesante sul collo, forse la tensione stessa stava cedendo e ora doveva fare i conti con una strana debolezza, si appoggiò con le braccia alla parete e la testa schiacciata contro essa, due minuti così in silenzio, con gli occhi chiusi, finché un'immagine di Françoise attraversò i suoi occhi e la sua mente, una lacrima scese, le mani si fecero pugni "Ti troverò!" disse a bassa voce e in quel momento il pavimento cedette sotto ai suoi piedi. Non fece nulla per frenare la caduta, cercò solo di restare sveglio, tanto sapeva che era tutto previsto, si era sentito controllato fin dal primo istante, cadde ancora per molto tempo, doveva essere veramente molto profondo quel bunker, ma nel buio era difficile capire quanto, toccò terra fin troppo delicatamente, ma non si stupì nemmeno di questo rimase in silenzio al buio aspettando.
Dopo circa mezz'ora disse a alta voce: "Lo so che mi stai guardando, avanti, fatti vedere, parla!! PARLA MALEDETTO!!!!" e ancora silenzio.
Un pianto isterico lo prese per qualche secondo, ma poi riuscì a controllarsi "Fosse anche l'ultima cosa che farò... giuro che ti farò a pezzi!" urlò di nuovo e a quel punto una risata irruppe nel silenzio "Come sei sconvolto, 009... o dovrei chiamarti Joe? Ti piace aggrapparti a quel poco che hai di umano, vero? Anche se quel poco è solo un nome?"
Joe a fatica riusciva a controllare la rabbia, respirava affannosamente, i suoi occhi erano di fuoco.
"Allora 009? Non parli più?"
"Fatti vedere... voglio vederti in faccia!"
"E sia!" la luce nella stanza si accese all'improvviso dando fastidio agli occhi di Joe abituati ormai all'oscurità, si posò una mano sulla fronte per non esserne del tutto abbagliato, quando fu pronto la tolse e guardò in faccia il suo carnefice, fece per aggredirlo, ma si scoprì legato con catene di una lega molto resistente.
"Il mio nome è Kusackji, non ti ricordi di me, vero? Ero uno degli assistenti di Gilmour all'organizzazione, quando vi trasformò in ciò che ora siete!"
"Maledetto!"
"Non sai dire altro, Joe? Le tue imprecazioni sono l'ultimo dei miei problemi, credimi!"
"Dov'è? Cosa le hai fatto?"
"Ohh... lo vedi che sai dire altro? Ti chiederei volentieri di chi parli, ma credo di saperlo già!"
"Dov'è?"
"Sei monotono! 003 è più vicina di quanto credi... non preoccuparti, vi farò fare la stessa fine, so quanto vi volete bene! Non è carino dividere due innamorati!"
"Dov'è???"
"Presto lo saprai, ma prima voglio farti un grande regalo... non sono una persona così crudele infondo! So che tante volte ti sei chiesto cosa pensa... eh... il mio regalo sono i suoi pensieri... e ora potrai saperli tutti!"
Le luci si spensero e il monitor cominciò a proiettare le immagini assemblate dei ricordi e sogni di Françoise, Joe non capì subito, ma quando lo fece avrebbe voluto essere cieco e sordo. Stava spiando i suoi segreti, le sue paure, toccò con mano la sofferenza che tante volte col suo comportamento le aveva causato, era una sofferenza che solo una donna sa sopportare con la sua forza, con il suo amore. Quella sofferenza lo stava facendo impazzire, perché ne era il solo responsabile. Sentì a pelle la tristezza della donna che ama mentre pensa al loro futuro così poco certo, così sicuramente privato di tutto ciò che normalmente una coppia dovrebbe vivere e avrebbe dato la vita per smettere di sentire. Schiacciò le mani contro le orecchie e chiuse gli occhi urlando "Bastaaaaaa!! Smettilaaa!!! Bastaaaa!" ma le catene si accorciarono e le sue braccia dovettero cedere e abbassarsi, cercò di tenere gli occhi chiusi finché poté, ma la voce di Françoise disse "Sei così bello e sei solo mio... non importa ciò che accadrà, io ho bisogno di rimanere per sempre al tuo fianco e non c'è un perché... non esistono paure... ti amo e basta!"
Ricordava quella frase, ricordava quando gliel'aveva detta... una fitta al cuore lo prese, raccolse tutta la forza che poteva e riuscì così a spezzare le catene, recuperò velocemente il suo laser e distrusse lo schermo. La luce si riaccese e la voce del dottor Kusackji disse: "Fa tanto male, vero? E' colpa di Gilmour che vi ha lasciato questi sentimenti a corrodervi, che grosso errore e che grande fortuna per noi!"
Joe non riusciva a dire nulla, schiacciato dal suo dolore e da quello di Françoise.
"Vuoi ancora sapere dove si trova?"
Joe lo guardò con tutto l'odio che poteva "Se mai riuscirò a metterti le mani addosso giuro che di te non troveranno più nulla!"
"Il che tradotto è un Sì! Bene! Ecco la tua Françoise, 003!"
Il monitor si riaccese proiettando Françoise tenuta in piedi da grossi cavi d'acciaio e la testa piegata in avanti, svenuta, sul capo Joe notò dei cavi "Che le hai fatto?
"Domanda sbagliata... dovresti chiederti... Che le sto per fare!" rise e schiacciò un pulsante. Una scossa potentissima scosse il corpo di Françoise la testa si reclinò indietro, Joe le vide i lividi sul volto e la pelle quasi cianotica, era completamente priva di sensi, nonostante le fortissime scosse scuotessero completamente il suo corpo, Joe si chiese quanto poteva resistere ancora, ma non riusciva a muoversi, era stato di nuovo incatenato senza che se ne fosse accorto. Una scossa giunse anche a lui, potentissima e lacerante. Si accasciò a terra e l'ultima immagine che vide dinnanzi a se era Françoise in preda agli spasmi.
Capitolo 19
"Dove diamine sarà... maledizione, doveva aspettarci!"
"Non saremmo mai riuscito a fermarlo, Jet, aveva già studiato il suo piano diversamente dal nostro!" disse Albert.
"E ora sono entrambi in pericolo... Avanti Ivan... ti prego, dimmi che riesci a sentirli!"
Ivan fra le braccia di Bretagna cercava un qualsiasi segnale, ma invano "Devono essere molto in profondità... Chang... prova a scavare il più possibile in questo punto, se riuscissi ad avvicinarmi potrei trovarli".
Chang obbedì e cominciò a scavare nel terreno con il suo fuoco. "No, non in diagonale... devi provare in verticale, più dritto che puoi!" disse il bimbo.
Chang si rimise all'opera e prima di quanto potesse credere il terreno franò sotto ai suoi piedi e tutti scivolarono di sotto, Ivan, man mano che cadevano, riusciva a sentire qualcosa in più, finché non riuscì a captare i segnali vitali dei suoi amici, ma quello di Françoise si faceva sempre più debole, improvvisamente scomparve dalle braccia di Bretagna, poco prima di cadere nella sala delle torture dove il professor Kusackji. li attendeva e dove cominciarono una lunga e faticosa battaglia.
Ivan riapparve in una saletta semi oscura, davanti a lui vide Françoise, la vita le stava sfuggendo, poteva chiaramente sentire quanto fosse debole il suo ritmo vitale. Disteso vicino a lei c'era Joe, privo di sensi, ma in condizioni nettamente migliori, Ivan cercò di svegliarlo "Joe, svegliati... svegliati!" ma non riusciva a farcela, non poteva far altro che entrare nella sua mente per svegliarlo, anche se si sentiva molto debole e sapeva che dopo questo sforzo non sarebbe riuscito ad essere d'aiuto né per Françoise né per gli altri, ma doveva scegliere e scelse di svegliare Joe.
"Svegliati, ti do quello che resta della mia energia, svegliati!"
Joe sentì il calore nel suo corpo e riaprì gli occhi, Ivan lo guardò e disse "Son riuscito a dare un po' di energia anche a Françoise, ma è molto poca, sta morendo, dobbiamo portarla via da qui!"
"Non puoi portarla via tu?"
"Sono troppo stanco, ho dato tutto per raggiungervi e in ogni caso da qui non sarei riuscito a tirarla fuori è troppo profondo. C'è un ascensore che porta direttamente all'esterno, non è molto lontano, ma gli altri stanno combattendo, devi aiutarli, io ora non riesco a restare sveglio, mettimi vicino a Françoise... cercherò comunque di aiutarla..." cadde nel suo solito sonno profondo, Joe lo posò vicino a lei come gli aveva detto, accarezzò la fronte di sua moglie e le diede un bacio "Ti salveremo... non arrenderti!" le sussurrò prima di correre in aiuto dei suoi amici.
"Siete tutti qui solo per aiutarne uno, siete deboli, non si torna a salvare il più debole... per la salvezza del gruppo! Gilmour ha proprio rovinato tutto!" diceva Kusackji mentre le scosse scuotevano i corpi dei cyborg "Ha ha ha... un gruppo di pazzi, inutili robot... potreste piegare il mondo al vostro potere, ma siete sconvolti da inutili sentimenti.. le debolezze umane in corpi di ferro. Che inutile spreco!"
Ancora scosse, ancora urla e dolore. Joe li sentì da lontano, con l'accelerazione subito fu dietro a Kusackji non ci pensò due volte, gli sparò contro un raggio laser potentissimo all'altezza del cuore. Il professore colpito urlò svelandosi un cyborg lui stesso, si girò verso Joe e disse: "Credi di potermi fermare? Non ce la farai mai, stupido!" Un laccio prese alla gola Joe, Kusackji stava per cliccare un pulsante che lo avrebbe ucciso sul colpo quando il riso sul suo viso si trasformò in una smorfia di dolore e la sua finta pelle cominciò a fumare. Si accasciò a terra, dietro di lui comparve il suo assistente che con un altro colpo liberò Joe dal laccio e in seguito anche gli altri cyborg.
"Andatevene! Una bomba esploderà fra poco, andate via presto!"
"Ma tu..."
"Io non potrei in ogni modo uscire da qui, sono stato creato per rimanere in questo nascondiglio, non ho polmoni per l'esterno, morirei lo stesso. Andate via, salvatevi, non è rimasto più molto tempo!"
"Grazie!" disse Joe stringendogli la mano, poi disse a Jet: "Correte, in fondo al corridoio c'è un ascensore, prendetelo e sarete fuori, brigatevi!"
"E tu?"
"Io vado a prendere Françoise e Ivan!"
"Vengo con te!"
Prima di portarli via Joe li guardò, sembravano madre e figlio addormentati in un abbraccio, gli si strinse il cuore, ma dovevano sbrigarsi, lui prese Françoise e Jet Ivan, corsero via anch'essi all'ascensore, gli altri li avevano aspettati. Man mano che salivano sentivano l'amarezza per aver lasciato quel cyborg al suo destino senza aver potuto in alcun modo aiutarlo, si era sacrificato per loro, non l'avrebbero dimenticato mai. Un boato fece tremare un po' la struttura dell'ascensore...era tutto finito, tutto finito, almeno per loro... ma non per Françoise, immobile tra le braccia di Joe che tentava di scaldare quel suo corpo freddo e delicato più che poteva.
"L'aria è più fresca sento che siamo vicini!" disse Punma.
"E' vero... respiro meglio anche io!" confermò Chang.
"Siamo quasi arrivati amore... ci siamo quasi, resisti!" sussurrò Joe stringendole la mano.
Jet e gli altri riuscirono a stento a trattenere le lacrime.
Finalmente anche la luce del sole cominciò a filtrare, finalmente quella gabbia d’acciaio si aprì e corsero tutti fuori. Joe con un ultimo sforzo portò Françoise nella camera d'albergo dove Gilmour li stava aspettando.
"E' meglio se aspetti fuori, ragazzo mio!" disse Gilmour.
Joe annuì, diede un ultimo bacio a sua moglie ed uscì dalla stanza.
Epilogo
"Françoise..."
"Ivan... Ivan sei tu?"
"Si, sono io... vieni da me!"
"Non ti vedo.. dove sei?"
"Sono accanto a te... ti porterò da Joe!"
"Dove? Dove sei Ivan? E' tutto buio qui!"
"Segui la mia voce e ti porterò da Joe... ti sta aspettando.. seguimi... seguimi.... Françoise... seguimi..."
Gilmour aveva controllato e ricontrollato più volte l'encefalogramma di Françoise, per cercare un segno di attività celebrale, non voleva arrendersi all'idea che fosse ormai tutto perduto. Non riusciva nemmeno ad immaginare come avrebbe potuto spiegarlo a Joe e agli altri. Non riusciva lui stesso ad accettarlo.
"Segui la mia voce e ti porterò da Joe... ti sta aspettando.. seguimi... seguimi.... Françoise... seguimi... ti stiamo tutti aspettando"
"Aspettami Ivan...ti vedo...ti vedo Ivan....aspettami..."
"Seguimi..."
Il pennino cominciò improvvisamente a muoversi e a tracciare linee zig-zaganti sul grande foglio. Gilmour era appena uscito dalla stanza per comunicare la triste notizia a Joe, il ragazzo si aspettava brutte notizie, ma non così brutte, si accasciò a terra straziato dal dolore. "Joe, ti prego, dobbiamo tutti farci forza... Joe..."
"No...no...non posso.. non ci riesco!"
"Joe..."
"Voglio vederla... professore, la prego, devo vederla!"
Gilmour lo sollevò con forza da terra e l'aiutò a raggiungere la stanza della ragazza, ma entrando vide subito il cambiamento sui fogli della macchina per l'encefalogramma e urlò: "Non riesco a crederci, Joe, guarda.... è viva, il suo cervello è di nuovo attivo!!!"
Joe sentì il corpo fermare ogni sua attività per un istante lunghissimo... non sapeva se fosse solo il frutto delle sue illusioni o la realtà. Gilmour aveva urlato e presto anche gli altri amici erano accorsi nella stanza.
"Aspettami Ivan..."
"Apri gli occhi ora.. sono qui!"
Françoise li riaprì lentamente, bruciavano e anche la gola le sembrava in fiamme, si voltò verso Gilmour e vide Joe piangente guardarla.
"Ho... ho sete.."
Geronimo la sollevò un poco, Chang versò l'acqua nel bicchiere e lo diede a Joe che si avvicinò a lei e l'aiutò.
Riuscì solo a berne pochi sorsi, diede 2 piccoli colpi di tosse, la stanza era immersa nel silenzio.
Françoise li guardò tutti Albert e Anne vicini, si stringevano le mani sorridendole, Jet piangeva girato per non farsi vedere. Bretagna cercava di dare il suo meglio in un sorriso non troppo credibile. Geronimo calmo aveva l'espressione di chi sapeva che non li avrebbe abbandonati. Punma e Chang trattenevano le lacrime che invece Gilmour aveva già pianto e ora si era calmato perché troppo preso nel controllare i suoi valori vitali, Ivan dormiva vicino a lei e Joe era lì al suo fianco con ancora il bicchiere in mano, gli occhi pieni di lacrime che la guardava senza riuscire a dire tutto quello che avrebbe voluto, le parole gli restavano ferme nella gola.
"Forse è meglio se bevi un po' anche tu!" gli sussurrò sorridendo.
Joe si sciolse in un secondo e l'abbracciò.
Gilmour fece uscire tutti gli altri "lasciamoli un po' da soli... andiamo"
"Che cosa mi è successo, Joe?"
"Appena starai meglio ti racconterò tutto, ora la sola cosa importante è che tu... tu sia qui con me!"
"Perché piangi?"
"Perché ho rischiato di perderti per sempre!"
"Io sarò sempre con te, Joe... non mi perderai mai!"
"Anche io...sarò sempre al tuo fianco... non ci perderemo mai!"
The End
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